Lo stress da lavoro è oramai diventato una delle piaghe sociali più insidiose della modernità, e secondo i dati forniti da uno studio Fiaso, arriva a colpire 1 lavoratore su 4 in Italia. Una percentuale elevatissima, quella del 25%, che richiede giocoforza grande attenzione. Anche sotto il punto di vista delle perdite economiche. Perché nell’ambito della stessa ricerca, è stato evidenziato che lo stress da lavoro è responsabile della perdita di 30 milioni di giornate lavorative ogni anno; tradotto sotto il profilo economico, il “buco” causato dallo stress sul lavoro è stato stimato in un mancato profitto di circa 3 miliardi di euro annui. Un’enormità, che in pieno clima di spending review non può affatto essere ignorata.
Ma com’è possibile ad ovviare ad un problema di tali proporzioni? A spiegarlo è stata la stessa Fiaso, che ha dettato 13 regole che possono aiutare i lavoratori ad abbassare i livelli di stress, permettendo così ai datori di lavoro di poter contare su risorse più efficienti, ed abbattere parallelamente i costi dovuti ai mancati guadagni. I “Tredici Pilastri” dettati dalla Fiaso, necessari ad aumentare le “condizioni di benessere”, sono stati messi in ordine d’importanza, secondo una scala dall’1 al 5.
Partendo dal basso, troviamo: tendenza ad evitare le criticità (2,56), capacità di conciliare vita lavorativa e privata (3,33), influenza dell’azienda sulle motivazioni rispetto agli obiettivi (3,42), identificazione organizzativa (3,49), autodeterminazione (3,55), senso di comunità (3,58), condivisione degli obiettivi (3,77), capacità di fronteggiare gli eventi avversi (3,92), soddisfazione lavorativa (3,92), chiarezza di ruolo (3,95), capacità di utilizzo delle proprie risorse (4,20), abilità (4,26). Questi i punti sui quali lavorare per sentirsi meno stressati sul posto di lavoro.
La Fiaso è così intervenuta in maniera “chirurgica”, sottoponendo a specifici test 19 asl nell’ambito di un progetto pilota, volto a promuovere il benessere organizzativo sul posto di lavoro. Il progetto ha coinvolto 65.000 lavoratori dipendenti, ed ha prodotto risultati straordinari: la percentuale di lavoratori stressati è crollata dal 25% al 10%, il 77% dei partecipanti ha dichiarato di “sentirsi benissimo” sotto il profilo psicologico al termine della sperimentazione, e le assenze per malattia si sono ridotte di un terzo.
Dati che danno ulteriore credito alla ricerca condotta da Asfor (l’Associazione Italiana per la Formazione manageriale), che attraverso un rapporto aveva reso noto che migliorando il clima interno di un’azienda, la produttività può crescere fino al 27%, e l’indice di gradimento dei clienti (la famosa customer satisfaction) può salire fino a toccare il 47% in più. Insomma, ridurre i livelli di stress dei lavoratori, e farli sentire importanti e realizzati, conviene a tutti: sia a loro, che all’azienda.