Stimolazione magnetica per sconfiggere la dipendenza da cocaina

Stando ai risultati di un recente studio pilota, vi sarebbe un’elevata probabilità di vincere la dipendenza da cocaina e crack attraverso la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva

Stimolazione magnetica per sconfiggere la dipendenza da cocaina

L’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction stima che nel 2014 gli utilizzatori di cocaina nel mondo sono stati fra 14 e 21 milioni.

Per quanto riguarda invece i Paesi Europei, si stima che circa 4,5 milioni di europei (e dunque l’1,3% della popolazione europea) abbia fatto uso, anche occasionale, nell’ultimo anno di cocaina o crack (la forma della cocaina che viene fumata e che si ottiene dalla cocaina idrocloride).

In moltissimi casi il consumo di crack e cocaina può causare una dipendenza difficile da sconfiggere. Tuttavia un recente studio realizzato presso l’Università di Padova su 32 pazienti e pubblicato sulla rivista “European Neuropsychopharmacology”, che ha visto la preziosa partecipazione fra gli altri di un team diretto da Antonello Bonci, direttore scientifico del National Institute on Drug Abuse, ha dimostrato che questa dipendenza può essere vinta definitivamente attraverso una terapia rapida e indolore, rappresentata dalla stimolazione magnetica, cioè da piccole scosse indirizzate al cervello.

Per essere più precisi, la tecnologia in questione è quella della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTms), che si effettua posizionando sulla superficie esterna della scatola cranica (in questo caso la corteccia dorsolaterale prefrontale, area del cervello posta dietro la fronte e coinvolta nei processi decisionali) una piccola sonda che crea stimolazioni magnetiche a 15 Hz, le quali a loro volta generano un campo magnetico all’interno del cervello.

Dei pazienti cocainomani su cui è stato effettuato il test (test consistente in somministrazioni quotidiane di stimolazioni magnetiche nei primi 5 giorni, seguite da somministrazioni settimanali nel mese successivo) ben il 70% è uscito definitivamente dalla dipendenza.

Il neuropsicofarmacologo Antonello Bonci ha dichiarato: “Abbiamo continuato a seguire i pazienti dello studio, fino ad oltre un anno e i miglioramenti sembrano mantenersi nel tempo, sebbene al momento non abbiamo dati certi su questo aspetto. E’ importante che questo studio prosegua con studi clinici più ampi”.

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