Sport: farmaco ideale per cuore e cervello

E' stato riprovato che lo sport, in alcuni casi somministrato come fosse un farmaco, rivitalizza la persona. Un'iniziativa atta a promuoverlo: "La Prevenzione cardiovascolare sCorre in Italia"

Sport: farmaco ideale per cuore e cervello

Compiendo le scelte giuste anche le patologie vascolari possono essere prevenute. Le morti evitabili in Italia sono molte: ogni anno muoiono, prima dei 60 anni di età, 127.000 donne e 98.000 uomini per ictus e malattie del cuore. Il sistema sanitario è costretto a sostenere costi che sarebbero evitabili con un po’ d’impegno personale in una dieta sana, nell’evitare l’abuso dell’alcol, nello smettere di fumare, nel praticare qualche sport.

Il Direttore del Dipartimento Discipline Mediche e UOC di Medicina Interna, dell’Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli – Isola Tiberina a Roma, Dario Manfellotto spiega che “I fattori di rischio cardiovascolare sono moltissimi e di alcuni siamo direttamente responsabili, poiché possiamo intervenire su di essi eliminandoli o modificandoli” ed elenca la pressione arteriosa alta, il fumo di tabacco, l’alimentazione eccessiva o inadeguata, l’eccesso di peso corporeo e la ridotta attività fisica. A tutto questo l’Alleanza Italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari aggiunge che queste malattie sono la causa prima di morte o di disabilità in Occidente.

cuore-cervello

In questo gruppo ritroviamo le patologie di origine arteriosclerotica, come le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le arteriopatie periferiche.

Se l’attività fisica è continuativa e di moderata intensità, la possono svolgere tutti, anche i pazienti che stanno seguendo una riabilitazione cardiologica. L’attività fisica permette infatti di ridurre al minimo il rischio di una malattia e disabilità cardiovascolare. Lo sport è poi capace di agire in modo diretto su tutto l’organismo, non riduce soltanto i fattori di rischio vascolare. Il Direttore dell’UOC di Cardiologia, Ospedale Bellaria Azienda USL di Bologna, Stefano Urbinati, ha spiegato che i vantaggi che ne derivano sono “riconducibili alla riduzione dello stress ossidativo e a un’azione anti-infiammatoria, con un effetto protettivo nei confronti della disfunzione endoteliale, che spesso costituisce il fattore scatenante di un evento cardiovascolare acuto”.

Dai nuovi studi pare anche che l’attività fisica produca effetti positivi sul metabolismo del calcio e del fosforo, sulle fibre muscolari, sul metabolismo ossidativo del fegato, sulla produzione di emoglobina, sulla circolazione periferica e in generale sul sistema immunitario. Secondo il cardiologo, l’attività fisica è come un farmaco, e va somministrata indicando l’intensità e la frequenza del praticarla, in base al bisogno di ciascuno.

La continuità è un concetto che va ben evidenziato, fermarsi significa perdere i benefici vascolari acquisiti; inoltre è necessaria un po’ di costanza perchè i miglioramenti non saranno subito percepibili. Cittadinanza attiva ha lanciato un appello alle istituzioni e a chi gestisce le aree pubbliche: “Una corretta politica di prevenzione nel nostro paese richiede un ragionamento che vada al di là delle singole competenze e coinvolga tutti i settori, dalla mobilità agli spazi urbani, dall’educazione allo sport”.

I cittadini sono direttamente coinvolti nell’iniziativa “La Prevenzione sCorre in Italia“, rintracciabile nel sito www.laprevenzionescorre.it. Oltre alle Istituzioni, i cittadini contribuiranno a sostenere uno dei progetti muovendosi e inviando le foto dei percorsi fatti a piedi o in bicicletta che si trasformeranno in voti.

Continua a leggere su Fidelity News