Speranze contro il glaucoma: isolate staminali del nervo ottico

Un team di ricercatori dell’Università del Maryland ha di recente identificato e studiato le cellule staminali del nervo ottico, aprendo la strada a nuove cure per le patologie che colpiscono il nervo ottico, come il glaucoma.

Speranze contro il glaucoma: isolate staminali del nervo ottico

Il glaucoma è una malattia oculare che colpisce il nervo ottico e associata all’aumento della pressione endoculare. Questa patologia, se non diagnosticata e curata in tempo, può condurre ad ipovisione e addirittura alla perdita totale e irreversibile della vista.

Il rischio di sviluppare un glaucoma aumenta in presenza di alcune malattie (ipertensione oculare, miopia e diabete), di emicrania, di traumi oculari, dell’utilizzo prolungato di alcuni farmaci (es. cortisonici) ed in caso di familiarità della patologia.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne sono affette circa 55 milioni di persone nel mondo; solo nel nostro Paese si stima che circa un milione di persone siano interessate da glaucoma, ma la metà di esse non ne sarebbero a conoscenza perché non si sottopongono a visite oculistiche periodiche.

Un gruppo di ricercatori dell’Università del Maryland, coordinati da Steven Bernstein, sembra però aver aperto la strada a nuovi trattamenti per le patologie che colpiscono il nervo ottico, come il glaucoma. Infatti questi ricercatori, dopo ben 53 sperimentazioni con anticorpi e marcatori molecolari specifici, è riuscito a identificare e a studiare le cellule staminali del nervo ottico, il cui compito principale è quello di trasmettere segnali dall’occhio al cervello.

Gli esperti hanno infatti scoperto che le cellule staminali sono in grado di supportare la crescita del nervo e contribuiscono alla sua riparazione. Si tratta di una scoperta importante, se si considera che proprio il nervo ottico, in caso di glaucoma, viene danneggiato dalla pressione intraoculare alta per ristagno di liquidi.

E. Albert Reece, dell’Università del Maryland, ha commentato: “I risultati dello studio potrebbero inaugurare un cambiamento radicale nel campo delle malattie legate all’età che causano la perdita della vista. Sono disperatamente necessarie nuove opzioni terapeutiche per i milioni di pazienti la cui visione è gravemente influenzata dal glaucoma, e penso che questa ricerca fornirà loro nuove speranze”.

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