Sovrappeso e obesità influiscono sul rischio di sviluppare l’Alzheimer

Secondo un recente studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease, i chili di troppo compromettono le funzioni cerebrali a tal punto da condurre ad un aumento del rischio di sviluppare Alzheimer e altre patologie neurologiche.

Sovrappeso e obesità influiscono sul rischio di sviluppare l’Alzheimer

Le ultime statistiche ci dicono che il 72% degli abitanti degli Stati Uniti è in sovrappeso, il 42% dei quali con condizioni di obesità. Secondo un recente studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease e condotto da un team di esperti dell’Amen Clinics e del Myrna Brind Center for Integrative Medicine, presso il Thomas Jefferson University Hospital di Philadelphia, l’obesità e il sovrappeso compromettono le funzioni cerebrali a tal punto da condurre ad un aumento del rischio di sviluppare l’Alzheimer.

In particolare, i risultati dello studio mostrano che l’indice di massa corporea, o BMI, è spesso associato ad una riduzione del flusso di sangue all’interno delle diverse aree del cervello, cosa che può portare ad una maggiore probabilità di ammalarsi di morbo di Alzheimer o di altre patologie neurologiche, come schizofrenia, depressione, disturbo bipolare.

Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno eseguito il più ampio studio in grado di valutare il legame fra sovrappeso e attività cerebrale. Infatti, per lo studio in questione, i ricercatori hanno preso in esame ben 17mila persone e più di 35mila scansioni di neuroimaging funzionali utilizzando la tomografia ad emissione di fotone singolo, conosciuta anche come SPECT.

Tramite queste scansioni, i ricercatori hanno inoltre osservato che le zone del cervello maggiormente colpite dalla minor irrorazione di sangue sono regioni chiave per le attività cognitive come i lobi temporali e parietali (che influiscono sulle abilità di linguaggio, abilità di calcolo, capacità di orientamento nello spazio ed elaborazione delle informazioni sensoriali), l’ippocampo (che influisce sulla memoria), il giro cingolato posteriore (che influisce su memoria e su orientamento spazio-visivo).

George Perry, neurobiologo dell’Università del Texas a San Antonio, ha commentato: “Questi dati sono molto importanti, perché costituiscono la prova che il cervello “risponde” alle condizioni del resto del corpo e che sovrappeso e obesità alterano la circolazione anche nel sistema nervoso centrale. Senza un adeguato nutrimento il cervello pare “restringersi” e andare poi incontro più facilmente a declino cognitivo oltre che, probabilmente, ad altre malattie neurologiche. […] Adottare abitudini di vita salutari, da una dieta equilibrata a una giusta dose di movimento, è utilissimo pure per la salute del cervello: le funzioni cognitive si potenziano e preservano anche mantenendo il peso forma”.

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