Una nuova serie di studi scientifici, condotti dal Dott.Monoru Shinohara, ha dimostrato una correlazione importante tra il sollevamento pesi e la memoria a lungo termine.
Un gruppo di volontari è stato monitorato per un periodo, invogliandoli a fare un semplice esercizio di sollevamento pesi e ne è uscito fuori un miglioramento della memoria a lungo termine di quasi il 10% . Questa tipologia di esercizi aiuta la memoria mnemonica, e, tramite campioni prelevati tramite saliva, si è notato come l’attività fisica abbia stimolando tra l’altro anche la produzione della alfa-amilasi, una molecola associata al marcatore di stress.
La conseguenza è abbastanza semplice: situazioni di stress fisico aiutano la memoria. Tale ricerca al momento è stata comunque analizzata solo su di un campione di giovani adulti in buona salute, pertanto tramite una “cerchia” abbastanza ristretta; chiaramente, se nel corso del tempo si dovesse dimostrare che tale funzione è associabile a qualsiasi età o condizione, sarebbe un passo molto importante per la scienza e un aiuto per tutte quelle persone che soffrono di problemi di memoria.
Il test ha dimostrato, in conclusione, che non è necessario essere grandi atleti o sottoporre il fisico a eccessivi stress e stanchezza, visto che sono bastate circa 20 minuti al giorno di normale sollevamento pesi e semplici esercizi di resistenza, esercizi che può fare chiunque abbia una condizione fisica discreta e chiaramente non soffra di particolari patologie. Lo studio è ancora decisamente alle prime fasi; al momento è stato preso come punto di riferimento solo un piccolo gruppo avente specifiche particolari, ma non è detto che tale operazione si possa fare anche con altre tipologie di gruppi e avere cosi la conferma matematica che il sollevamento pesi sia correlato in modo importante e indissolubile al miglioramento della memoria a lungo termine.
I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati su Acta Psychologia ed effettuati da un gruppo di ricercatori della Georgia guidati dalla dottoressa Lisa Weinberg in collaborazione con il Dott.Monoru Shinohara, collaboratore e coautore di questo studio.
Indubbiamente si aprono di fronte alla scienza nuovi scenari importanti per la ricerca.