Smettere di fumare riduce il rischio di sviluppare fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale, un'aritmia che provoca un battito cardiaco irregolare e rapido, è strettamente legata a un aumento del rischio di scompenso cardiaco, ictus e altre gravi condizioni cardiovascolari.

Smettere di fumare riduce il rischio di sviluppare fibrillazione atriale

Smettere di fumare riduce in modo significativo il rischio di sviluppare fibrillazione atriale (FA), una delle aritmie cardiache più comuni che può portare a gravi conseguenze per la salute cardiovascolare, tra cui scompenso cardiaco e ictus. La fibrillazione atriale è caratterizzata da un battito cardiaco irregolare e rapido, che può causare sintomi come palpitazioni, mancanza di forze, dolore toracico e difficoltà respiratorie (dispnea). Nei casi più gravi e non trattati, questa condizione può persino condurre al decesso cardiaco improvviso, anche se più spesso questo evento è associato alla fibrillazione ventricolare, come spiegato dagli esperti dell’Istituto Auxologico (IRCCS).

Ciò che rende questa scoperta particolarmente rilevante è che anche chi fuma da molto tempo può trarre beneficio dall’abbandono del fumo. Basta smettere subito di consumare sigari, sigarette e prodotti a base di tabacco per ridurre il rischio di FA.La ricerca che ha messo in evidenza questo importante legame tra smettere di fumare e la riduzione del rischio di fibrillazione atriale è stata condotta da un team di scienziati del Dipartimento di Medicina – Divisione di Cardiologia dell’Università della California di San Francisco (UCSF), in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia e Biostatistica. Il professor Gregory Marcus, cardiologo presso la UCSF, ha coordinato lo studio, che ha coinvolto un campione di circa 150.000 persone, i cui dati clinici sono stati estratti dalla Biobanca del Regno Unito (UK Biobank).

I partecipanti erano in maggioranza maschi (il 48,3 percento erano donne) e avevano un età media di 57,3 anni. Per comprendere meglio l’effetto del fumo sulla fibrillazione atriale, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: fumatori attuali (oltre 37.000 persone), ex fumatori (circa 105.000) e coloro che hanno smesso di fumare durante il periodo di studio (quasi 4.000). Nel corso del follow-up, durato circa dodici anni e mezzo, oltre 11.200 partecipanti (pari al 7,6 percento del totale) hanno sviluppato fibrillazione atriale. Analizzando i dati, i ricercatori hanno scoperto che gli ex fumatori presentavano un rischio inferiore del 13 percento di sviluppare FA rispetto a coloro che continuavano a fumare. Ancora più significativo, coloro che hanno smesso di fumare durante lo studio avevano un rischio ridotto del 18 percento rispetto ai fumatori.

Questi risultati indicano chiaramente che smettere di fumare ha un effetto benefico immediato nel prevenire la fibrillazione atriale, una condizione che sta diventando sempre più frequente, colpendo circa il 2 percento della popolazione mondiale. L’incidenza di questa aritmia è in crescita, probabilmente a causa di fattori di rischio legati a stili di vita poco salutari. “Questa ricerca fornisce una nuova e forte motivazione per convincere i fumatori a smettere: non è mai troppo tardi per fermarsi, e anche chi ha fumato per anni può ridurre il proprio rischio di fibrillazione atriale“, ha dichiarato il professor Marcus in un comunicato. “Anche i fumatori di lunga data possono evitare questa aritmia se smettono subito”.

Sebbene lo studio non possa dimostrare una relazione diretta di causa-effetto tra fumo e fibrillazione atriale, l’associazione statistica tra i due fattori è chiara e supporta l’importanza di smettere di fumare per proteggere il cuore. Oltre a prevenire le aritmie cardiache, abbandonare il fumo riduce anche il rischio di malattie respiratorie, cancro e molte altre condizioni associate al consumo di tabacco. I dettagli di questa ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica JACC: Clinical Electrophysiology. 

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