Il mondo oramai corre verso la completa integrazione dei dispositivi tecnologici nelle più comuni attività quotidiane, e possedere un telefono cellulare, se una ventina d’anni fa poteva apparire un lusso “da manager”, oggi sembra veramente imprescindibile. Non solo per gli adulti, ma anche (se non soprattutto) per gli adolescenti. Ma tutto ciò, sebbene abbia indiscutibilmente portato ad un miglioramento dal punto di vista delle potenzialità comunicative, d’altra parte rischia di far sì che i bambini finiscano con l’alienarsi dalla realtà fisica, venendo risucchiati dal vortice di virtualità dilagante.
Una ricerca condotta da Eurispes in collaborazione con Telefono Azzurro, ha infatti evidenziato come il 38% dei bambini al di sotto dei 2 anni abbia già guardato video, o addirittura giocato, con lo smartphone dei genitori. Un dato non da poco, considerando che coinvolge più di un bambino su tre del campione totale esaminato dallo studio. La percentuale di giovani utilizzatori di dispositivi tecnologici schizza poi alle stesse con l’aumento dell’età: secondo i dati raccolti, il 72% dei bambini fino a 8 anni oggetto della ricerca utilizza abitualmente smartphone e tablet.
Numeri che fanno riflettere su quanto questi dispositivi influenzeranno le nuove generazioni, sempre più abituate a svolgere le proprie attività in maniera virtuale. Giurgio Tamburlini, responsabile scientifico del Centro per la Salute del Bambino di Trieste, ha spiegato che, sebbene questi oggetti non rappresentino un pericolo se utilizzati correttamente, un eccessivo ricorso ad essi da parte dei bambini potrebbe portare a forti scompensi sociali.
Per questo il centro ricerche ha stabilito delle linee guida alle quali potersi rifare per capire come, quando e per quanto concedere ai bambini l’accesso a smartphone, tablet ed altri dispositivi tecnologici: “Lettura, musica, gioco con gli amici, sport, vanno proposte ai figli come alternative all’uso della tecnologia. Se fin da piccolissimi le vivono con piacere, cresceranno consapevoli che Internet è una delle tante opportunità per passare il tempo, ma non l’unica. Sarà naturale non eccedere e dare il giusto spazio al digitale”.
Insomma, nessuna demonizzazione della tecnologia, ma rimane necessario porre dei limiti affinché non si ecceda al suo utilizzo; specialmente nel corso dell’età evolutiva, che andrà a determinare molto di ciò che il bambino diverrà una volta cresciuto.