Sindrome della mano aliena: cos’è e quali sono i sintomi

Scopriamo cos'è la Sindrome della mano aliena, come si manifesta e quali possono essere i trattamenti volti a contrastare questa misteriosa patologia neurologica.

Sindrome della mano aliena: cos’è e quali sono i sintomi

La Sindrome della mano aliena (SMA), conosciuta anche come Sindrome della mano anarchica, è una rara patologia neurologica che interferisce con il funzionamento della mano del soggetto che ne è affetto. Se si manifesta è necessario rivolgersi ad un medico specialista.

I pazienti affetti da SMA hanno uno scarso controllo di una delle mani, e questo compromette la qualità della loro vita; questi hanno la percezione che la propria mano possa esser estranea al resto del corpo, come se non gli appartenesse. Questo è il motivo per cui è stata definita “aliena”, estranea. Spesso, al fine di controllare i movimenti improvvisi e involontari, cercano di restar vigili per impedirli sul nascere.

Cause e sintomi della SMA

L’unico sintomo che si manifesta nei soggetti colpiti dalla Sindrome della mano aliena è lo scarso controllo della mano e si ha la percezione che la mano non appartenga al proprio braccio e nascono conflitti con la mano opposta. Se, ad esempio, il paziente desidera mangiare qualcosa con la mano destra, la mano sinistra lo ostacolerà nel compiere tale attività e, nel peggiore dei casi, il soggetto potrebbe addirittura cercare di autotrangolarsi. 

Sebbene siano in corso studi per individuare fattori scatenanti e di rischio, tra le cause dell’insorgenza della SMA si annoverano le alterazioni anatomiche e le lesioni al lobo frontale e al corpo calloso.

Cura e trattamento

Al momento attuale non è stata scoperta alcuna cura e terapia farmacologica per la Sindrome della mano aliena. Ciononostante i sintomi possono essere attenuati e controllati, mantenendo la mano “aliena” impegnata o coinvolta in un’attività, ad esempio impugnando un qualsivoglia oggetto.

In alternativa la SMA può essere trattata con farmaci che controllano l’attività muscolare e gli agenti bloccanti neuromuscolari. Tuttavia le benzodiazepine hanno avuto minor successo rispetto alle tecniche comportamentali.

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