Si va verso l’obbligatorietà del vaccino contro il coronavirus

Sulla base dei dati epidemiologici e dell'andamento della campagna vaccinale, la scelta di rendere obbligatoria la vaccinazione sembra ormai improcrastinabile.

Si va verso l’obbligatorietà del vaccino contro il coronavirus

La scelta di vaccinarsi o meno contro il coronavirus non sarà più lasciata alla libera discrezionalità dei singoli, ma il vaccino diverrà presto obbligatorio. Un provvedimento avente forza di legge in questo senso è nell’aria da tempo e si imporrebbe in considerazione dell’andamento della campagna vaccinale che stenta a raggiungere i risultati che si era prefissa.

I dati ufficiali parlano chiaro e indicano che la tanta sospirata immunità di gregge, a parziale smentita di quanto sostiene con encomiabile ottimismo il generale Figliuolo, non si raggiungerà nel breve periodo e dovremo rassegnarci a convivere col virus ancora a lungo. Ad oggi hanno completato il ciclo vaccinale circa 36 milioni e mezzo di italiani, corrispondenti al 67% della popolazione. Un dato tutt’altro che trascurabile, ma la cui portata viene ridimensionata sulla base di alcune considerazioni.

Anzitutto si deve rilevare che il trend delle vaccinazioni sta rallentando sensibilmente e questo, al di là di un calo fisiologico dovuto al periodo estivo, sta a indicare una cosa sola: che ormai si è raschiato il fondo del barile e chi non si è ancora vaccinato lo ha fatto per scelta e difficilmente cambierà idea.

Il nucleo più consistente di non vaccinati è costituito da 4 milioni di over cinquantenni che, rappresentano, tra l’altro, la fetta di popolazione più a rischio in caso di contagio.  Non soltanto perché rischiano la vita o conseguenze gravi più degli altri, ma perché, come è già accaduto, in caso di ricovero andrebbero a saturare i reparti ospedalieri e le terapie intensive, a scapito della necessità di cura dei malati per altre patologie anche gravi. Anche dal punto di vista dei costi a carico della collettività il confronto non si pone: un vaccino costa mediamente 20 euro contro un ricovero in terapia intensiva che costa 50.000 euro a settimana.

Sul versante scolastico infine, a pochi giorni dalla ripresa delle lezioni in presenza, la situazione non appare del tutto rassicurante: il personale scolastico e ausiliario non ancora vaccinato sarebbe, secondo stime ritenute attendibili perché un dato ufficiale non esiste, tra il 10 e il 20%, seppure con situazioni molto differenziate da regione a regione.

Con questi dati, una terza ondata della pandemia nel prossimo autunno-inverno, anche se con conseguenze meno disastrose delle precedenti, non sembra si possa escludere e quindi occorre mettere in campo ogni strumento per evitare di arrivarci senza aver tentato il tutto per tutto. Ergo, la decisione che il governo dovrà prendere a breve, supportata dal parere degli esperti e dei consulenti ministeriali che già da tempo premono in questa direzione, appare obbligata: vaccino obbligatorio per tutti i vaccinabili, senza se e senza ma.

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