Si è da pochi giorni conclusa la terza edizione dei “Gluten Free Days – Wellness Food Fest 2015”, durante i quali sono stati organizzati numerosi convegni medico-scientifici, screening diagnostici della celiachia, degustazioni presso gli stand, corsi di cucina e showcooking gluten-free.
In quest’occasione sono anche stati analizzati e commentati i dati relativi al consumo di prodotti gluten-free, dai quali è emerso che sempre più italiani decidono di eliminare il glutine (una proteina del grano) dalla propria alimentazione, anche senza una vera e propria motivazione (sensibilità, intolleranza, allergia). Inoltre proprio la sensibilità al glutine (la cosiddetta Gluten Sensitivity – GS), ad oggi ancora non ben definita, non riguarderebbe neppure l’1% della popolazione totale.
Il professor Italo De Vitis, Presidente del Comitato Scientifico AIC Lazio e specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva presso l’UOC di Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma, durante il forum scientifico intitolato “Dieta senza glutine, allergie alimentari e stili di alimentazione: è possibile una convivenza?”, ha dichiarato: “In relazione al problema della sensibilità al glutine non celiaca a oggi non si possono dare risposte sicure; gran parte del mondo scientifico crede alla sua esistenza, ma molti autorevoli ricercatori, da anni impegnati a indagare il problema delle patologie glutine-correlate, restano scettici”.
Gli esperti ricordano in ogni caso di prestare molta attenzione a queste diete fai-da-te prive di glutine, dal momento che eliminare dall’alimentazione carboidrati contenenti glutine può condurre a problemi metabolici, tra cui figurano la sindrome metabolica e il diabete di tipo II. Inoltre assumere alimenti senza glutine per un periodo di tempo piuttosto lungo può condurre ad una carenza di proteine, fibre, folati, vitamina B12 e ad una assunzione eccessiva di acidi grassi saturi.