Scoperto un nuovo ceppo del virus Hiv a Cuba

Il virus è stato identificato con il nome di CFR19. Le persone che lo contraggono arrivano a presentare i sintomi della malattia addirittura nel giro di 2/3 anni, ancora prima di avere quindi la certezza di essere stati contagiati

Scoperto un nuovo ceppo del virus Hiv a Cuba

Sembrano non giungere buone notizie a quanto pare da Cuba, visto che, è stato isolato e scoperto un nuovo virus, o meglio, una nuova forma del virus Hiv, che avrebbe una velocità superiore di ben tre volte rispetto al precedente, portando quindi con sé, maggiore possibilità e velocità di contrarre l’Aids conclamata. In realtà, che i virus dell’Hiv fossero vari era cosa già nota, ma di certo, gli scienziati non si aspettavano di scoprirne uno nuovo che fosse ancora più “cattivo” dei precedenti.

Il virus è stato identificato con il nome di CFR19. Le persone che lo contraggono arrivano a presentare i sintomi della malattia addirittura nel giro di 2/3 anni, ancora prima di avere quindi la certezza di essere stati contagiati. Tale scoperta è stata resa nota da un rapporto dell’università di Leuven in Belgio, che lo ha prontamente pubblicato sulla rivista EbioMedicine.

In tale rapporto, si mette in guardia dai pericoli importanti che questi pazienti incorrono, soprattutto perché avrebbero necessità di iniziare le cure in modo tempestivo, visto la velocità del virus e visto appunto il suo “nascere” in così breve tempo. In questi casi, essere veloci e giocare di anticipo è l’unica possibilità per bloccare il virus, che altrimenti avrebbe conseguenze per la salute disastrose, arrivando a portare anche la morte.

Gli studiosi hanno avviato una sorta di indagine dopo aver ricevuto svariate segnalazioni di casi di Aids da Cuba appunto. Hanno effettuato quindi delle analisi del sangue su circa 73 sieropositivi e hanno notato come ben 52 di essi avessero già l’Aids conclamata, mentre per 21 di loro lo stadio era ancora iniziale.

Hanno dunque confrontato i vari tipi di virus trovati nel sangue dei volontari e si è notato che quelli contagiati dal virus CFR19 presentavano un carico virale decisamente più elevato e presentano anche una maggiore presenza di cellule immunitarie denominate Rantes, che entrano in gioco solo quando il morbo è allo stadio decisamente avanzato.

Una scoperta che mette in allarme e che spinge a cercare di isolare il virus sempre con maggiore tempestività, visto che negli anni, invece di retrocedere, si evolve in forme sempre più temibili.

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