Scoperto nel cervello dei topi il meccanismo che rende la paura contagiosa

Un recente studio americano dell’Università di Stanford ha portato alla scoperta, nel cervello dei topi, del meccanismo per cui la paura diventa contagiosa.

Scoperto nel cervello dei topi il meccanismo che rende la paura contagiosa

Vi è mai capitato di vedere qualcuno vicino a voi impaurito e di esserne in qualche modo influenzati? Potremmo dire che in questi casi è come se la paura diventasse “contagiosa”. Questa teoria sembra essere stata confermata da un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Science ed eseguito dai ricercatori dell’Università americana di Stanford, coordinati da Monique Smith, che ha portato alla localizzazione nel cervello dei topi del meccanismo che rende contagiosa la paura.

Sebbene lo studio abbia interessato finora solo i topi, i ricercatori ritengono che tale meccanismo sia condiviso da molte specie animali, compreso l’uomo. Scendendo nei dettagli dello studio, i ricercatori hanno individuato nel cervello dei topi diverse aree che rappresentano bersagli nervosi coinvolti nella trasmissione sociale della paura e del dolore.

Una di queste aree è la corteccia cingolata anteriore (ACC), ovvero quella parte della corteccia che si trova al di sopra del corpo calloso, che funge da sistema di allarme silenzioso, in cui vengono elaborate inconsciamente le situazioni di pericolo. Questa trasmissione sociale è mediata da strutture neurali che si proiettano dalla corteccia cingolata anteriore a diverse regioni cerebrali, come il nucleus accumbens e l’amigdala.

È risultato che per la “contagiosità” del dolore vi è uno scambio di informazioni fra i neuroni nell’accubens (ACC) e il nucleo accubens (NAc); la trasmissione della paura invece, richiede attività di proiezioni neurali dall’ACC all’amigdala basolaterale (BLA). In uno dei tanti test effettuati dai ricercatori, due topi, di cui uno soffriva di dolore infiammatorio, hanno interagito per un’ora.

Dopo poco tempo si è visto che anche nell’altro topo si è attivata una iperalgesia (condizione di aumentata sensibilità al dolore) meccanica. Gli esperti sostengono che dai risultati di questo studio si ottengono informazioni preziose che potranno condurre alla comprensione del funzionamento dei circuiti cerebrali dell’empatia e addirittura allo sviluppo di innovativi farmaci psichiatrici per aumentare l’empatia nei soggetti che ne sono privi.

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