Arriva finalmente una buona notizia per gli uomini che soffrono di calvizie o alopecia androgenetica, una problematica che riguarderebbe, con diversi gradi di intensità, quasi l’80% degli appartenenti al sesso maschile e che si manifesterebbe con l’assenza o la mancanza di peli e capelli in quelle zone del nostro corpo in cui normalmente questi dovrebbero essere presenti.
Un team di ricercatori della Columbia University di New York (Stati Unitit) ha scoperto che è possibile “risvegliare” i follicoli piliferi non più attivi e ripristinare così in breve tempo la crescita dei capelli semplicemente avvalendosi degli “inibitori delle Janus chinasi” (JAK), una tipologia di inibitori della famiglia degli enzimi, già sperimentati sull’uomo per trattare l’artrite reumatoide e alcune malattie del sangue. I due inibitori in questione sono il tofacitinib e il ruxolitinib.
Per arrivare a questa scoperta, i ricercatori hanno condotto degli esperimenti sui follicoli umani trapiantati su alcuni topi di laboratorio; i ricercatori hanno osservato che, applicando queste due molecole sui topi, si è ottenuta una crescita consistente della loro pelliccia in soli 10 giorni. I due inibitori possono essere somministrati inoltre sia per via orale che applicandoli direttamente sulla cute (con risultati però migliori in questo ultimo caso, agendo localmente).
I risultati della ricerca sono stati pubblicati il 24 ottobre scorso sulla rivista “Science Advances” e la Food & Drug Administration, che negli Stati Uniti ha è l’ente che ha il compito di autorizzare i test e il commercio dei medicinali, ha già approvato l’utilizzo per questo scopo di questi due inibitori.
Angela M. Christiano, coordinatrice dello studio, ha commentato: “Quello che abbiamo scoperto è molto promettente, anche se la reale efficacia contro la calvizie maschile è ancora tutta da dimostrare. Dobbiamo lavorare ancora molto per sperimentare delle formulazioni specifiche per il cuoio capelluto e capire se possano funzionare davvero anche sugli esseri umani”.