Nelle conclusioni dell’Expert meeting, incontro avvenuto durante la terza settimana di aprile 2019 a Roma, è stato sottolineato il ruolo importante dei trigliceridi per la salute del cuore contrariamente a quanto finora si pensava tenendo sempre sotto controllo solo il colesterolo.
I trigliceridi, o grassi del sangue, sono un fattore di rischio e, pertanto, è necessario tenerli nella giusta considerazione. Operatori sanitari e pazienti dovranno essere informati sulle conseguenze che il loro aumento nel sangue può significare.
Le conclusioni
Il professor Marcello Arca, associato di Medicina interna all’Università Sapienza di Roma, come tutti gli esperti presenti all’incontro, concorda sulla necessità di continuare con i “programmi di formazione dedicati alla valorizzazione della trigliceridemia come fattore di rischio cardiovascolare“. Dalla formazione e dalla discussione tra medici, si dovrebbe poter produrre delle dettagliate informazioni e raccomandazioni per i pazienti. Inoltre, ha sottolineato Arca, è necessario porre attenzione agli strumenti terapeutici che già si hanno a disposizione in modo da tenere controllata la trigliceridemia, in particolare nei pazienti a rischio come quelli che hanno “avuto una manifestazione ischemica” segnalata anche da “valori non ottimali“.
Il direttore della cattedra di Geriatria all’Università degli Studi dell’Aquila, Giovambattista Desideri, ha spiegato l’importanza, a dosaggio terapeutico, degli Omega 3 e ha sottolineato che “i trigliceridi rappresentano un rischio cardiovascolare assolutamente rilevante“. Sul tema, ha puntato il dito anche Pierluigi Temporelli che presta il suo servizio nella divisione di Cardiologia riabilitativa degli Istituti clinici scientifici Maugeri di Veruno (Novara). Il professore ha ricordato che la trigliceridemia sta “emergendo prepotentemente come un fattore di rischio”, mentre fino a “ieri” si puntava “tutto sul colesterolo e in particolare sul colesterolo Ldl”, conclusioni date anche dagli ultimi studi a livello internazionale e confermate da opinioni autorevoli.
Anche il nefrologo e ordinario di Medicina interna all’Università degli Studi di Genova, Roberto Pontremoli, ne è convinto; il professore ha parlato di “una terapia specifica che, riducendo i valori dei trigliceridi, può ridurre ulteriormente il rischio di avere eventi cerebrocardiovascolari e anche renali”, passo avanti “verso un miglioramento della prognosi“.