Ritorno della lebbra in Europa: allerta, non panico

Alcuni casi isolati di lebbra in Romania e Croazia riportano l’attenzione sulla patologia, ricordando l’importanza di vigilanza e diagnosi precoce senza generare allarmismi.

Ritorno della lebbra in Europa: allerta, non panico

L’allarme per alcuni casi di lebbra registrati in Europa ha riportato al centro dell’attenzione una patologia che molti consideravano ormai scomparsa dal nostro continente, ma gli esperti invitano alla prudenza, non al panico. In un’intervista a RaiNews24, l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, sottolinea che il rischio zero non esiste e che, con la velocità degli spostamenti internazionali, il morbo di Hansen potrebbe arrivare anche in Italia in poche ore, pur restando oggi un’eventualità contenuta e gestibile.

Negli ultimi giorni sono stati segnalati alcuni casi di lebbra in Romania e in Croazia, due Paesi dove la patologia non veniva registrata da decenni. In Romania il nuovo caso arriva dopo oltre 40 anni di assenza, mentre in Croazia è stato confermato un episodio isolato, sufficiente però ad attivare l’attenzione delle autorità sanitarie europee.

Secondo quanto riportato dai servizi di RaiNews, la situazione è considerata sotto controllo: non si parla di focolai estesi, ma di episodi circoscritti, su cui sono in corso indagini epidemiologiche per ricostruire origine del contagio, contatti e possibili catene di trasmissione. La notizia, tuttavia, riaccende il tema della circolazione globale delle patologie infettive in un mondo in cui, come ricorda Ciccozzi, “qualsiasi patologia presente in un’area del mondo può manifestarsi anche a grande distanza”.

Nell’intervista, l’epidemiologo dell’Università Campus Bio-Medico invita a non cedere al catastrofismo ma a “tenere alta la guardia”. Da un lato, infatti, la lebbra non è scomparsa dal pianeta e resta endemica in alcune regioni del mondo; dall’altro, i sistemi sanitari europei dispongono oggi di strumenti diagnostici e terapeutici efficaci per riconoscerla e curarla

Ciccozzi ricorda che l’Italia non registra casi autoctoni da molto tempo, ma questo non significa che il rischio sia nullo, specie in un contesto di mobilità internazionale intensa. L’eventuale comparsa di casi nel nostro Paese, sottolinea, troverebbe comunque strutture di eccellenza e professionisti in grado di identificare rapidamente la patologia e attivare percorsi di cura e isolamento dei pazienti, riducendo il rischio di ulteriori contagi

Il morbo di Hansen è una patologia infettiva cronica causata dal batterio Mycobacterium leprae, che colpisce principalmente pelle e nervi periferici. Per decenni è stata associata a immagini di esclusione e stigma, ma la medicina moderna l’ha trasformata in una patologia rara e curabile, grazie a terapie antibiotiche combinate disponibili da anni nei protocolli internazionali.

La diagnosi precoce resta fondamentale: riconoscere tempestivamente le lesioni cutanee sospette e i disturbi neurologici permette di iniziare le cure prima che la patologia provochi danni permanenti. È anche per questo che gli esperti insistono sull’importanza di formare il personale sanitario e di mantenere alta l’attenzione clinica, pur senza generare psicosi nella popolazione.

Il messaggio che arriva dall’intervista a RaiNews è duplice: niente allarmismi, ma massima vigilanza. In un’epoca segnata dalla pandemia e dalla crescita di altre infezioni respiratorie, come la nuova ondata influenzale, il ritorno di patologie “dimenticate” ricorda quanto il controllo delle infezioni sia un processo continuo e globale.

Per l’Italia, questo significa investire ancora nella sorveglianza epidemiologica, nell’aggiornamento del personale sanitario e in una corretta comunicazione al pubblico, evitando sia la sottovalutazione sia il sensazionalismo. Come conclude Ciccozzi, oggi non è il momento di allarmarsi, ma di non abbassare la guardia: la migliore difesa resta un sistema sanitario preparato e una cittadinanza informata, capace di affrontare la notizia di pochi casi di lebbra in Europa con razionalità, e non con paura.

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