Rispetto al 19esimo secolo, la temperatura media del corpo umano è scesa di mezzo grado

Uno studio della Stanford University è giunto alla conclusione che, rispetto al XIX secolo, la temperatura media del genere umano è scesa di mezzo grado centigrado; resta ora da scoprire cosa ci stia lentamente “raffreddando”.

Rispetto al 19esimo secolo, la temperatura media del corpo umano è scesa di mezzo grado

Nel 1851 il medico tedesco Carl Reinhold August Wunderlich, tenendo conto di una serie di misurazioni effettuate per lo più su alcuni soldati, arrivò a sostenere che la temperatura del corpo umano fosse di 37 gradi.

Oggi, a distanza di quasi 170 anni, una ricerca della Stanford University riconosce quel dato come superato ed anacronistico. Il motivo sarebbe presto detto: la temperatura corporea dell’uomo del XXI secolo è più bassa di circa mezzo grado centigrado. Secondo i ricercatori americani, si è infatti passati dai 37,16 gradi di quasi due secoli fa ai 36,6 odierni.

Per arrivare a questa conclusione, è stato sufficiente incrociare i dati delle temperature indicati nei registri dei veterani del periodo compreso tra il 1862 e il 1930, una serie di rilevazioni degli anni Settanta e le risultanze relative al decennio 2007-2017. A fronte di una mole di dati pari a quasi 700mila misurazioni, si è dovuto constatare che rispetto al 1800, l’uomo di oggi è mediamente più freddo di 0,59 gradi, mentre le donne avrebbero perso “solo” 0,32 gradi.

Julie Parsonnet, professoressa di Medicina e Ricerca politico-sanitaria presso la Stanford University, ha voluto altresì precisare che, nel corso dell’ultimo decennio, la temperatura media dei cittadini americani è diminuita di 0,03 gradi. Al momento è troppo presto per dire quale sia il motivo che possa spiegare il raffreddamento, ma secondo gli autori di questo studio pubblicato sulla rivista eLife, è logico concludere che “fisiologicamente siamo differenti da come eravamo nel passato”.

Non a caso viviamo in un modo diverso, respiriamo un’altra aria e conduciamo una vita completamente differente. Senza poi dimenticare che grazie ai progressi della medicina moderna, veniamo sempre meno attaccati da germi e batteri. “L’infiammazione produce tutti i tipi di proteine e citochine che aumentano il metabolismo e di conseguenza la temperatura“, ha concluso la Parsonnet, ricordando che lo stato febbrile altro non è che la risposta del sistema immunitario ad una malattia che in è corso; se queste vengono progressivamente debellate, bisogna aspettarci che la temperatura debba scendere.

Continua a leggere su Fidelity News