Rischio cardiovascolare maggiore se la pressione sanguigna è diversa tra le due braccia

Secondo uno studio internazionale, una differenza significativa tra i livelli di pressione sanguigna tra i due arti superiori potrebbe indicare un maggior rischio di problemi cardiovascolari.

Rischio cardiovascolare maggiore se la pressione sanguigna è diversa tra le due braccia

Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista Hypertension e condotto da un team di ricerca internazionale guidato dalla University of Exeter Medical School, la differenza tra i livelli di pressione sanguigna tra braccio destro e braccio sinistro potrebbe essere collegata ad un rischio più elevato di infarti, ictus e in generale di decesso.

In particolare, un delta significativo tra i livelli di pressione sanguigna sistolica tra le due braccia potrebbe essere un segnale di un restringimento o di un irrigidimento delle arterie, che può modificare negativamente il flusso sanguigno. I ricercatori hanno condotto, nell’ambito di questo studio, una metanalisi di altri 24 studi, per un totale di 54.000 soggetti analizzati provenienti da Europa, Stati Uniti, Asia e Africa.

Lo studio in questione evidenzia che per ogni differenza di mmHg (millimetri di mercurio) dei livelli di pressione sanguigna tra i due arti superiori può essere associato ad un incremento dell’1%, su un periodo di 10 anni, del rischio cardiovascolare.

Victor Aboyans, responsabile del dipartimento di cardiologia presso il Dupuytren University Hospital di Limoges e uno degli autori dello studio, ha spiegato: “Riteniamo che una differenza di 10 mmHg possa ora essere ragionevolmente considerata un limite superiore della norma per la pressione sanguigna sistolica tra le braccia, quando entrambe le braccia vengono misurate in sequenza durante gli appuntamenti clinici di routine”.

Alla luce di questa scoperta, diventa dunque molto importante seguire le linee guida internazionali sulla pressione sanguigna che invitano medici ed infermieri a misurare sempre la pressione in entrambe le braccia durante la valutazione del rischio cardiovascolare, anche se spesso questa pratica viene ignorata. Chris Clark, medico della Scuola di Medicina a Exeter e autore principale dello studio, ha commentato: “La nostra ricerca mostra che il poco tempo in più necessario per misurare entrambe le braccia potrebbe in definitiva salvare vite umane”.

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