Riparate le lesioni del cervello nei topi con sclerosi multipla

Un nuovo studio condotto negli Stati Uniti ha permesso di riparare, attraverso il trapianto di cellule progenitrici gliali, le lesioni causate dalla sclerosi multipla nei topi malati.

Riparate le lesioni del cervello nei topi con sclerosi multipla

Nel mondo gli individui affetti da sclerosi multipla (SM) risultano essere circa 2,2 milioni, mentre in Italia i casi sono circa 120 mila. La sclerosi multipla è una malattia cronica progressiva che comporta la distruzione della guaina mielinica, la quale fa da rivestimento a nervi e neuroni. Quando la mielina scompare, nell’ambito di un processo chiamato demielinizzazione, i segnali nervosi si interrompono, causando problemi motori, cognitivi e sensoriali.

A causa dell’aggressione operata dal sistema immunitario nei confronti del sistema nervoso centrale, molti esperti considerano la sclerosi multipla una vera e propria malattia autoimmune. Un recente studio, pubblicato su Cell Reports e condotto da un team di ricercatori dell’Università di Rochester (Stati Uniti), ha dimostrato che è possibile prevenire e addirittura invertire gli effetti della sclerosi multipla attraverso il trapianto di alcune particolari cellule cerebrali.

Queste cellule sono le cellule progenitrici gliali, che, stando ai risultati dello studio, hanno favorito una nuova linfa al rivestimento isolante dei neuroni, migliorandone la funzionalità. Questi risultati arrivano dopo ben 15 anni di ricerca da parte dell’ateneo statunitense, durante i quali gli scienziati hanno cercato di comprendere meglio lo sviluppo e il funzionamento delle cellule gliali, oltre al loro ruolo nei disturbi neurologici.

I risultati sopra riportati sono stati evidenziati in seguito ad un test condotto in laboratorio su topi malati. Le cellule progenitrici, una volta impiantate nel cervello malato dei roditori, sono migrate sulle lesioni, si sono differenziate in oligodendrociti e hanno riparato la guaina mielinica danneggiata. In sostanza, mediante questo trapianto, il cervello è stato “riparato” e la funzione motoria degli animali è stata ripristinata.

Steve Goldman, Professore di Neurologia e Neuroscienze e autore principale dello studio, ha commentato: “Questi risultati hanno implicazioni terapeutiche significative e rappresentano una proof of concept per futuri studi clinici sulla sclerosi multipla e potenziali altre malattie neurodegenerative”.

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