Report ISS: i no vax rischiano la morte 16 volte di più dei vaccinati con 3 dosi

Secondo gli ultimi dati dell'Istituto superiore di Sanità, la protezione del vaccino anti Covid cala, dopo 5 mesi, dal 74% al 39%. Per i no vax il rischio di morte 16 volte più alto rispetto a quello dei vaccinati con tre dosi.

Report ISS: i no vax rischiano la morte 16 volte di più dei vaccinati con 3 dosi

Oggi, sabato 11 dicembre, l’ ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha pubblicato il suo nuovo report settimanale esteso, aggiornato al 7 dicembre; un documento che contiene dati ufficiali sull’andamento della pandemia e sulla protezione offerta dai vaccini contro il Covid. 

Il rischio di morire a causa del Covid per un non vaccinato è 16,6 volte maggiore rispetto a quello di un vaccinato con tre dosi, è di 11,1 volte maggiore di un vaccinato da meno di 5 mesi; è di 6,9 volte superiore a quello di un vaccinato da più di 5 mesi che non ha ancora ricevuto la terza dose. Sono questi i dati che emergono dall’ultimo Report integrale dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) sulla pandemia in Italia e che conferma l’efficacia del vaccino, in particolar modo per quanto riguarda la prevenzione da un decorso grave della malattia.

Dati sull’efficacia dei vaccini

Lo stesso rapporto evidenzia però che dopo 5 mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale (dunque dopo due dosi dei vaccini Pfizer, Moderna o AstraZeneca, o dopo una di vaccino Johnson & Johnson), l’efficacia nel prevenire il contagio, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 74% (con ciclo copmpleto entro 5 mesi) ad appena il 39%. (con ciclo completo da oltre 5 mesi). Resta elevata la “copertura” da una malattia severa che dopo i 5 mesi cala dal 93 all’84%. Dopo la dose aggiuntiva/booster, l’efficacia nel prevenire la diagnosi e casi di malattia severa risalgono rispettivamente al 77% e al 93%.

Secondo il report dell’ISS, la situazione epidemiologica attuale, a livello europeo, è caratterizzata da livelli di incidenza elevati e in rapida crescita, mentre il tasso di mortalità continua a crescere lentamente. E sebbene i Paesi con coperture vaccinali più basse siano quelli più severamente colpiti, ci sono evidenze dell’aumento della preoccupazione anche nei Paesi con coperture vaccinali più elevate: la variante Omicron viene rilevata in un numero crescente di Paaesi dell’Ue, alcuni dei quali ora segnalano la trasmissione comunitaria.

Per quanto riguarda l’Italia, nelle ultime 3 settimane si è osservato un aumento dell’incidenza settimanale in tutte le fasce d’età, ma dalla seconda decade di ottobre si osserva un aumento dell’incidenza nelle fasce d’età 0-19 e 10-19, che nell’ultima settimana ha raggiunto valori superiori a 250 casi per 100mila abitanti per la fascia 0-9 anni. Nel dettaglio, nella classe di età 6-11 anni si evidenzia una maggiore crescita dell’incidenza rispetto al resto della popolazione in età scolare, con una impennata nelle ultime due settimane.

 L’ISS continua a sottolineare l’importanza della campagna vaccinale e la necessità di procedere speditamente con le terze dosi. Il report spiega che l’efficacia complessiva dei vaccini nell’evitare il contagio è, al momento, del 65%; nell’evitare le ospedalizzazioni dell’88,7%; nell’evitare i ricoveri in terapia intensiva, del 93,5%; nell’evitare i decessi dell’89,2 %. 

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