Può il reddito influenzare l’intelligenza di un bambino? Secondo un recente studio, sì

Una ricerca condotta negli Stati Uniti ha evidenziato come la corteccia cerebrale di un bambino meno abbiente si sviluppi fino al 6% rispetto a quella di un bambino di una famiglia agiata

Può il reddito influenzare l’intelligenza di un bambino? Secondo un recente studio, sì

Essere poveri può influenzare lo sviluppo del cervello di un bambino? Secondo uno studio proveniente dagli Stati Uniti, sì. La ricerca, condotta da Kimberly Noble della Columbia University of New York e da Elizabeth Sowell del Children’s Hospital di Los Angeles, ha evidenziato delle differenze di sviluppo della corteccia cerebrale che può variare anche del 6% tra un bambino che vive in una famiglia dal reddito inferiore ai 25 mila dollari annui e uno che vive in una famiglia dal reddito annuo superiore ai 150 mila dollari. Inoltre, secondo questi studi, un altro fattore discriminante è il livello di istruzione dei genitori, che peraltro influenza maggiormente i ceti meno abbienti rispetto a quelli più abbienti: un anno in meno di istruzione influenza di più lo sviluppo cerebrale del bambino di una famiglia ‘povera’ rispetto a quello di una ‘ricca’.

Le aree del cervello colpite sono, in particolare, quelle della memoria e del linguaggio. Queste ricerche possono avere diverse chiavi di lettura, e gli può essere anche mossa qualche critica. Innanzitutto, non si tiene conto delle differenze genetiche che, in maniera minima, caratterizzano un’etnia rispetto ad un’altra; in particolare, in America questa differenza di etnia è molto pertinente, poiché molto spesso le fasce meno abbienti appartengono all’etnia afro-americana. Inoltre, non viene chiarita in maniera esaustiva la differenza tra reddito e livello di istruzione dei genitori: vengono definiti come discriminanti, ma non è chiaro in quale misura influenzi l’uno e in quale misura lo faccia l’altro.

Lo studio è stato condotto su 1.099 bambini, di diverse città degli Stati Uniti, che rappresentano quindi un campione abbastanza esaustivo. Chiaramente, questi risultati devono essere ricollegati a fatti ‘concreti’: la malnutrizione, la mancanza di stimoli intellettivi, la difficoltà nel poter accedere a diversi tipi di svago, o anche ad un’istruzione adeguata. Se diamo per buona questa ricerca, la verità che emerge fa rabbrividire: in un periodo dove la forbice tra ricchi e poveri aumenta, con queste premesse sarebbe ancora più difficile una già complicata ascesa sociale per le classi meno abbienti.

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