Protonterapia: una bimba di 9 anni è stata sottoposta al trattamento

Per la prima volta in Italia, una bambina di soli 9 anni affetta da cordoma è stata sottoposta ad un trattamento di protonterapia che permette una cura mirata e specifica del tumore senza effetti a lungo termine sul paziente

Protonterapia: una bimba di 9 anni è stata sottoposta al trattamento

Per la prima volta in Italia un paziente è stato sottoposto ad un trattamento di protonterapia, nota anche come terapia protonica. Ad essere curata con questa tecnica è stata una bambina di soli 9 anni, affetta da un cordoma, un raro tumore maligno (ne soffrono 5 persone su un milione) che colpisce il tessuto osseo e soprattutto gli estremi della colonna vertebrale.

Si tratta di un tipo di adroterapia, cioè una radioterapia che ricorre agli adroni ed usa il fascio di protoni (anziché fotoni) per l’irradiamento del tessuto biologico da trattare. É una tecnica più precisa e meno dannosa per i soggetti sottoposti dal momento che si riesce a localizzare in modo più preciso il dosaggio delle radiazioni ionizzanti rispetto alle tecniche convenzionali, garantendo quindi un minor impatto a lungo termine che, soprattutto nel caso di piccoli pazienti, potrebbero portare ad altre gravi patologie.

Il trattamento è stato eseguito con la collaborazione di due strutture sanitarie di Trento, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.

“Si tratta di una tecnica che, soprattutto nei bambini, comporta meno effetti a lungo termine, poichè permette di risparmiare quanto più possibile i tessuti sani che non sono stati colpiti da tumore. I protoni hanno, infatti, la peculiarità di rilasciare l’energia direttamente nella sede del tumore, senza compromettere i tessuti sani intorno. Negli Stati Uniti è usata già da molti anni per il trattamento dei pazienti pediatrici, soprattutto di quelli affetti da tumori del sistema nervoso centrale” queste le parole della dottoressa Angela Mastronuzzi neuro-oncologa pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù.

La bimba di 9 anni, prima di essere sottoposta alla protonterapia, ha dovuto seguire un percorso clinico e diagnostico che ha registrato il suo apice con l’asportazione di una parte del tumore che risiedeva alla base del cranio. Proprio a causa di questa delicata posizione del tumore, l’equipe medica, presieduta dal professor Franco Locatelli, responsabile del reparto di Oncologia pediatrica del Bambino Gesù, ha deciso di ricorrere alla cosiddetta proton therapy.

Il trattamento prevede due mesi di irradiazione, per un totale di 41 fasci di protoni localizzati che, come già detto, non danneggeranno i tessuti circostanti.

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