Primo trapianto di retina artificale all’Ospedale San Raffaele di Milano

Primo trapianto di retina artificiale fatto in Italia, presso l'ospedale San Raffaele di Milano. La paziente era una donna di 50 anni che fin da piccola soffriva di una malattia genetica che nel corso del tempo le ha causato gravi problemi alla vista.

Primo trapianto di retina artificale all’Ospedale San Raffaele di Milano

In Italia, per la prima volta è stato eseguito un trapianto di retina artificiale. L’intervento si è svolto all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove è stato inserita una protesi sottoretinica su una donna non vedente. L‘intervento è durato quasi 11 ore, eseguito dall’èquipe del dottor Marco Codenotti, responsabile del servizio di Chirurgia vitreoretinica, con la collaborazione del dottor Antonio Giordano Resti, responsabile del servizio di Chirurgia oftalmoplastica, presso la stessa struttura ospedaliera.

L‘intervento è stato eseguito il 20 gennaio scorso su una donna di 50 anni, affetta sin dalla giovane età da retinite pigmentosa, ovvero una patologia genetica dell’occhio che le ha provocato gradualmente la riduzione della vista. Il team di chirurghi ha inserito nell’occhio della paziente un microchip sotto la retina.

Il microchip inserito misura circa 3 mm e possiede 1.600 sensori. Questo dispositivo è stato studiato apposta per le perosne che in età adulta hanno perso l’uso della vista a causa di gravi malattie genetiche della retina. E’ in grado di far percepire all’occhio la luce e le sagome di alcuni oggetti o di alcune persone. La donna, ormai dimessa dall’ospedale, attende l’accensione del microchip che gradualmente stimolerà la retina dell’occhio.

A fine intervento il dottor Marco Codenotti ha dichiarato che la stimolazione della retina gradualmente porterà la paziente ad imparare di nuovo a vedere come un tempo, ma questo tipo di operazioni chirurgiche hanno successo solo su pazienti che per almeno 10 anni sono state vedenti e grazie al dispositivo possono tornare ad imparare a vedere gradualmente.

L’intervento è stato assai complicato: ogni passo, infatti, doveva essere fatto con cautela e delicatezza perchè ogni piccolo movimento sbagliato avrebbe potuto compromettere tutta l’operazione e recare poi danni alla paziente. Il posizionamento corretto del microchip è stato per il dottor Codenotti un grande successo e una grande emozione visto che ha realizzato un suo sogno.

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