Porno su internet: quando un ‘hobby’ si trasforma in droga

L'analisi del The Economist evidenzia come il porno gratis online rischia di diventare una vera e propria droga per sempre più internauti. Una soluzione per tamponare il fenomeno? Una migliore educazione sessuale

Porno su internet: quando un ‘hobby’ si trasforma in droga

Il mondo del porno e quello di internet, negli ultimi anni hanno instaurato un legame indissolubile. I siti nascono come funghi, e coloro i quali propongono un servizio gratuito vedono un continuo aumento dei propri utenti. Il settore del porno, insomma, sembra proprio che non conosca la crisi; anzi, con l’avvento di Internet in tutte le case ha conosciuto un incredibile sviluppo. Proprio su questo binomio si è concentrata l’analisi del The Economist, un settimanale londinese che ha dedicato, sulla propria versione cartacea, un dossier in tre puntate sugli effetti del porno nelle menti di adolescenti ed adulti.

I risultati di questo dossier sono davvero incredibili. Se fino al 1990 – agli albori di Internet – il porno era richiesto da un utente su due, oggi circa un decimo delle richieste totali è indirizzabile verso siti porno: numericamente, però, vuol dire 800 milioni di pagine porno sul web, una cifra impressionante, che rappresenta quella che il The Economist descrive come la terza rivoluzione della pornografia, dopo quella degli anni Cinquanta (boom delle riviste patinate) e quella degli anni Ottanta (con la comparsa del VHS).

L’analisi non dà risultati catastrofici, ma nemmeno rassicuranti: “Il porno online non sta producendo una generazione di zombie incapaci di relazionarsi con il sesso opposto e la porno-dipendenza, se esiste, è molto rara, ma spiega anche come i ricercatori nell’ascoltare gli adolescenti parlare apertamente abbiano rilevato che per molti di loro il porno è la principale fonte di educazione sessuale.

Infatti, soprattutto in Inghilterra, il sesso è ancora tabù, per cui gli adolescenti trovano altre fonti per comprendere l’argomento. La proposta del The Economist, allora diventa decisamente sensata: “Non è una questione di introdurre gli alunni al porno. La stragrande maggioranza dei ragazzi e ragazze hanno già incontrato immagini pornografiche nei primi anni dell’adolescenza. Il porno può essere utilizzato per parlare di parità di genere e sesso sicuro e su come avere una vita sessuale felice in futuro. E poiché il porno è dappertutto è importante che i giovani imparino ad esserne consumatori critici.

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