Più antiossidanti negli insetti che nell’olio d’oliva e nel succo di arancia

Secondo una recente ricerca italiana condotta dall'Università di Teramo, gli insetti sono ricchissimi di antiossidanti a tal punto da superare la capacità antiossidante dell'olio d'oliva e del succo di arancia fresco.

Più antiossidanti negli insetti che nell’olio d’oliva e nel succo di arancia

Nonostante un quarto della popolazione mangi regolarmente insetti, la vendita di insetti a fini alimentari è stata avviata in Europa soltanto più di un anno e mezzo fa, principalmente con l’intento di abbattere l’impatto ambientale rappresentato dagli allevamenti.

Secondo una ricerca tutta italiana condotta da un gruppo di studiosi dell’Università di Teramo e pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Nutrition and Sustainable diets, gli insetti, oltre ad essere una fonte alternativa di proteine, fibre e sali minerali rispetto alla carne, sono anche ricchi di antiossidanti.

Per giungere a questa interessante scoperta i ricercatori della Facoltà di Bioscienze e tecnologie per l’agricoltura, il cibo e l’ambiente hanno esaminato dodici tipologie di insetti e due tipologie di invertebrati edibili (un aracnide e uno scorpione) disponibili in commercio ad alcuni test specifici per misurare il potere antiossidante sia della frazione idrosolubile che di quella liposolubile.

Gli studiosi hanno osservato che, relativamente alla parte solubile in acqua, le cavallette, i bachi da seta e i grilli sono ricchissimi di antiossidanti: l’estratto acquoso presenta addirittura una capacità antiossidante cinque volte più elevata di quella del succo di arancia fresco. Inoltre i ricercatori hanno osservato che le specie di insetti con dieta vegetariana, come appunto grilli o cavallette che sono per natura erbivori, presentano una capacità antiossidante di gran lunga maggiore. Anche nella parte grassa ci sono sostanze antiossidanti preziose e lo si può facilmente vedere tramite confronto con l’olio d’oliva: bachi da seta, cicale e bruchi africani hanno grassi benefici in concentrazioni doppie rispetto all’olio d’oliva.

Mauro Serafini, docente di nutrizione umana, ha commentato: “Non è possibile però dire che siano ‘superfood’ perché lo studio è stato condotto in vitro e si tratta di una potenzialità del cibo. Ora bisognerà, con nuove ricerche, capire l’effettiva biodisponibilità degli antiossidanti valutando cosa succede nell’organismo dopo averli mangiati”.

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