Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature e condotto da un team di ricercatori inglesi del Wellcome Sanger Institute e di altri enti di ricerca britannici, i microbi del neonato dipenderebbero da come è nato. In altre parole, nascere con un parto naturale o con un parto cesareo cambierebbe il cosiddetto “baby bioma“. Sembrerebbe infatti che i bambini nati con il parto cesareo abbiano una flora intestinale alterata, in quanto questa presenterebbe anche microbi potenzialmente pericolosi.
Per giungere a questa conclusione, apparentemente allarmante se si considera che il microbioma esercita un’ influenza importante sulla salute di tutto l’organismo, perfino su organi e funzioni che non hanno niente a che fare con intestino e digestione, i ricercatori hanno analizzato 1.679 campioni di batteri intestinali di circa 600 bebè sani e 175 mamme. I campioni sono stati prelevati dai bambini a quattro, sette o 21 giorni di età.
Dall’analisi è sostanzialmente emerso che i batteri dei neonati venuti al mondo per via vaginale derivano per la maggior parte dall’intestino materno, mentre i bambini nati con taglio cesareo presentano più batteri patogeni e resistenti ai farmaci, probabilmente di origine ospedaliera. I bambini nati con parto naturale sembrano più protetti da questi microbi, presenti solo nel 49% dei casi contro l’83% di quelli nati col cesareo. Precedenti studi hanno spiegato infatti che, dato che il feto si sviluppa nell’ambiente sterile dell’utero, il neonato acquisisce in primis i batteri dalla madre proprio durante il passaggio nel canale del parto, ovviamente in caso di parto naturale.
Il dottor Nigel Field, professore associato clinico presso l’University College di Londra (UCL), tra gli autori dello studio, ha spiegato che “I bambini sono sterili quando sono nell’utero e il momento in cui nascono è quello in cui il sistema immunitario è esposto a un vasto numero di batteri. Quindi l’ipotesi è che il momento della nascita possa essere una sorta di momento termostato che imposta il sistema immunitario per la vita futura“.
Precedenti studi e ipotesi hanno dimostrato che la mancata esposizione ai batteri giusti nei primi anni di vita sia legata allo sviluppo di malattie autoimmuni, tra cui asma, allergie, diabete.
Peter Brocklehurst, professore dell’Università di Birmingham, ha affermato: “Le prime settimane di vita sono una finestra critica per lo sviluppo del sistema immunitario del bambino, ma ne sappiamo molto poco. C’è bisogno urgente di seguire lo studio con un follow up, osservando questi bambini mentre crescono, per vedere se le prime differenze nel microbioma portano a problemi di salute”.