Paralisi notturna: in Abruzzo la superstizione batte la scienza

Pandafeche e paralisi notturna: il 38% degli abruzzesi crede ancora sia causata dai demoni. Ma una ricerca delle Università di Harvard, della California e di Padova ha fatto luce sul fenomeno, spiegando in cosa consista la famosa "paralisi del sonno" e da cosa sia causata

Paralisi notturna: in Abruzzo la superstizione batte la scienza

“Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un’orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, giacché la mia asserzione non può essere smentita, dubitarne sarebbe un’intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie. Se però l’esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l’esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all’attenzione dello psichiatra in un’età illuminata o dell’Inquisitore in un tempo antecedente.”

Così si espresse Bertrand Russel, illustre filosofo e matematico gallese vissuto a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, parlando di religione e superstizioni. La metafora passò alla storia come la Teiera di Russel, ed era volta a spiegare perché-logicamente parlando-chi propone una qualsiasi teoria deve parimenti assumersi anche il compito di provare la sua veridicità, qualora intenda essere preso sul serio.

Com’è ben risaputo però, la mente umana organizza spesso i pensieri secondo logiche tutt’altro che razionali. Ed anche nel XXI secolo la religione, così come le superstizioni popolari, occupano un ruolo di rilevanza centrale nei meccanismi decisionali di molte persone. Non solo negli Stati culturalmente più retrogradi, bensì anche nei Paesi tecnologicamente più avanzati.

Un esempio clamoroso di come credenze popolari e riti scaramantici non abbiano bisogno di alcuna prova per poter essere preferiti alla scienza, è il caso della Pandafeche: si tratta di una manifestazione onirica, la cui credenza è ben radicata in Abruzzo e nelle Marche, volta a spiegare gli episodi di paralisi notturna. Ciò che non può essere provato, infatti, di norma non può nemmeno venire smentito. Ed è proprio questo bug logico ad aver permesso a molte superstizioni di sopravvivere fino ad oggi, nonostante i numerosi progressi fatti nell’ambito della ricerca le abbiano tecnicamente invalidate.

Uno studio effettuato dai ricercatori delle Università di Harvard, della California e di Padova ha infatti indagato sulla credenza popolare della Pandafeche, conseguendo un risultato eclatante: in Abruzzo, il 38% di coloro che hanno sperimentato almeno un episodio di paralisi notturna nel corso della propria vista, lo attribuiscono proprio a quella misteriosa entità demoniaca.

La spiegazione, in realtà, è molto più semplice: durante la fase REM del sonno, si può apprezzare una paralisi delle membra utile ad impedire che il corpo compia gli stessi gesti che la mente sta sognando anche nella realtà. Tuttavia può capitare che, qualora ci si dovesse svegliare proprio nel mentre di questo fenomeno, ci si ritrovi letteralmente coscienti ma paralizzati.

In alcuni casi, può addirittura capitare che il sogno prosegua durante questo periodo, generando veri e propri episodi di allucinazioni. Ma non c’è alcunché di patologico: si tratta semplicemente di un normale meccanismo fisiologico dell’organismo umano, che normalmente non dovrebbe essere sperimentata a livello cosciente.

Andrea Romanelli, coautore della ricerca, ha parlato così dei risultati ottenuti: “Il nostro è il primo studio che ha mostrato come una larga percentuale della popolazione generale, in Italia, avalli spiegazioni sovrannaturali della paralisi del sonno”. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Culture, Medicine and Psychiatry, e verrà presentata il prossimo 10 Luglio in occasione del Congresso europeo della Psicologia, che si terrà presso l’università Bicocca di Milano.

E’ stato lo stesso Romanelli a fare pubblicamente luce su questo fenomeno, spiegando in cosa consista in realtà: “La paralisi del sonno è un’incapacità di muoversi quando ci si risveglia durante la fase del sonno REM, quella nella quale avvengono i sogni, ed il corpo normalmente si paralizza proprio per impedirci di vivere i sogni, e ferirci involontariamente”.

“Nel caso della paralisi del sonno-continua lo studioso-il soggetto è ancora immerso nell’attività onirica ma è sveglio, solo che non può muoversi e non capisce il perché. Inoltre l’attività onirica in corso può provocare allucinazioni, anche terrificanti, durante gli episodi”. Ma niente paura: “L’esperienza è del tutto innocua, è come essere svegli e sognare contemporaneamente”.

Nessun demonio dunque, né streghe o fantasmi: alla base di quel 38% di credenti della Pandafeche c’è solo l’inconscio desiderio di rimanere aggrappati alla propria identità culturale, anche nel caso in cui le prove ne abbiano già dimostrato la totale inconsistenza.

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