Palù, presidente dell’Aifa: "No a riaperture, servono altri 2-3 mesi di sacrifici"

Giorgio Palù, virologo e presidente dell'Aifa, ritiene che servano almeno altri 2-3 mesi di sacrifici, in cui le riaperture dovranno essere rimandate per uscire dal raggio di minaccia del Covid.

Palù, presidente dell’Aifa: "No a riaperture, servono altri 2-3 mesi di sacrifici"

“Se terremo a bada il virus nei prossimi 2-3 mesi, forse usciremo dal raggio della sua minaccia”. Queste le parole di Giorgio Palù, virologo e presidente dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa), il quale sostiene che servano almeno altri 2-3 mesi di sacrifici in cui le riaperture dovranno essere rimandate, così come i cambi di colore delle varie regioni.

È l’unico modo,dice, per uscire dal raggio di minaccia del virus e delle sue varianti, giunte in Europa. Palù precisa che le infezioni respiratorie raggiungono il picco inverno, mitigandosi in primavera-estate, spingendo sulle vaccinazioni e rinunciando, per qualche altra settimana,ad attenuazioni di colori e tentazioni di riaperture.

Palù appoggia il ministro della Salute 

Appoggiando il Ministro della Salute Roberto Speranza, che domenica sera ha detto no alle riapertura degli impianti sciistici prevista per oggi, Palù sostiene che non bisogna cadere nell’errore di voler riaprire tutto e subito. Anche se siamo in una fase discendente della curva epidemica,sebbene lenta, bisognerà attendere che l’Rt cali in modo sostanziale per poter pensare alle riaperture. 

Quanto alle varianti, Palù afferma che quella inglese, sudafricana e brasiliana rendano il virus più contagioso, aumentando il rischio di ricoveri ospedalieri e decessi, ma non sarebbero più letali del Covid. Alla domanda se i vaccini siano efficaci su queste varianti, specie su quella inglese, il presidente dell’Aifa risponde : “I vaccini hanno come bersaglio la Spike ma tutti gli immunizzati in Gran Bretagna non si sono reinfettati, quindi la risposta è si, funzionano”.

Dopo essersi mostrato cauto sulla ripresa delle scuole superiori e universitarie, spostando il calendario scolastico in avanti, quando il quadro sarà migliore, Palù rimarca la necessità che la campagna vaccinale continui per rendere immune la maggior parte delle persone, citando il caso di Israele, dove metà della popolazione è immune e la pandemia è crollata. Significa che la profilassi vaccinale funziona,dice Palù, e si parla di un Paese dove circolano tutte le varianti note.

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