Padova, realizzato un composto sperimentale che blocca la crescita dei tumori

Sfruttando i principi dell’angiogenesi - il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni - un team di ricercatori italiani è stato in grado di mettere a punto un composto sperimentale che blocca la crescita dei tumori.

Padova, realizzato un composto sperimentale che blocca la crescita dei tumori

Nell’incessante ricerca di una cura contro i tumori, una notizia sorprendente giunge da uno studio scientifico portato a termine a Padova da un team di ricercatori italiani, capaci di giungere ad una tanto clamorosa quanto rivoluzionaria scoperta in campo oncologico, che si spera possa permettere alla medicina di compiere un grande balzo in avanti.

Lo studio sostenuto da Fondazione Airc e capeggiato dal professor Luca Scorrano (Ordinario del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e Direttore Scientifico del Vimm, l’Istituto Veneto di Medicina Molecolare, braccio operativo della Fondazione per la Ricerca Biomedica Avanzata Onlus che ha collaborato con l’Università di Padova) per giungere a questa incredibile scoperta si è focalizzato sull’angiogenesi, in altre parole il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni necessari per la riparazione dei tessuti.

Tenendo conto che questo meccanismo viene sfruttato anche dai tumori per svilupparsi e dar vita alle metastasi, i ricercatori si sono concentrati sul ruolo di Opa1, proteina presente nei mitocondri, individuata per mezzo di un’analisi bioinformatica condotta con i potenti computer del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova. Come da loro documentato, Opa1 ha un ruolo chiave, essendo capace di innescare questa particolare reazione a catena.

Partendo dall’idea che bloccando questa proteina, la massa cancerogena avrebbe perso la possibilità di crescere e propagarsi, i ricercatori hanno realizzato un innovativo composto anti-Opa1 che ha permesso di rallentare la progressione della malattia. Tutto ciò ha trovato conferma nelle dichiarazioni di Stéphanie Herkenne, ricercatrice belga che ha lavorato 6 anni a Padova al VIMM, e che sul punto ha ribadito che qualora Opa1 non viene attivata, l’angiogenesi non ha possibilità di attivarsi.

Ad oggi sono già disponibili altri farmaci in grado di bloccare il processo di angiogenesi del tumore, ma seppur privandolo di nutrimenti che ne limitano la crescita, non sono in grado di mettere un freno al successivo sviluppo della malattia. Questo nuovo ritrovato ha invece raggiunto dei risultati sorprendenti, determinando una riduzione compresa tra il 70 e l’80% della crescita dei tumori sperimentali.

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