Ovaie artificiali potrebbero ripristinare la fertilità femminile

Grazie ad una recente ricerca che ha condotto alla realizzazione, tramite stampante 3D, di ovaie artificiali, in futuro potrebbe essere restituita la fertilità alle donne che per diversi motivi non sono più fertili.

Ovaie artificiali potrebbero ripristinare la fertilità femminile

L’infertilità femminile è un problema sempre più diffuso nel mondo, soprattutto nei Paesi Occidentali. Basti pensare che proprio l’Italia è uno dei Paesi in cui nascono meno bambini (1,39 per donna) e in cui l’età media delle donne al primo parto supera i 30 anni.

Fortunatamente una buona notizia arriva dalla Northwestern University, dove un gruppo di ricercatori, nell’ambito di uno studio presentato al meeting annuale della Endocrine Society, ha realizzato, avvalendosi dell’uso di una stampante 3D, ovaie artificiali, che hanno consentito di ripristinare la fertilità in alcuni topi femmina che l’avevano perduta in seguito ad asportazione chirurgica delle ovaie, operazione resa necessaria dalla presenza di gravi malattie/lesioni.

Hanno partecipato alla ricerca anche il National Institutes of Health, il Burroughs Wellcome Fund Career Award at the Scientific Interface, il National Science Foundation Graduate Research Fellowship Program.

La “restituzione” della fertilità è stata dimostrata dal fatto che, dopo il trapianto, nell’arco di poche settimane, le topoline in questione sono state in grado di ovulare e, successivamente, di partorire.

Ovviamente, al fine di garantire il corretto funzionamento delle bioprotesi, queste devono essere sia rigide, dal momento che  vengono maneggiate durante l’intervento di impianto, sia flessibili, in modo tale da permettere ai vasi sanguigni e agli ovociti di svilupparsi. Per questa ragione i ricercatori hanno utilizzato per la realizzazione delle bioprotesi un biogel, ovvero un materiale biologico derivato dal collagene animale.

La speranza dei ricercatori per il futuro è quella di utilizzare questa scoperta per restituire la fertilità anche alle donne non più fertili, tra cui non è difficile trovare donne sopravvissute a tumori infantili, che solitamente presentano, a causa delle cure a cui sono state sottoposte, un alto rischio di infertilità in età adulta. A tal proposito la dott.ssa Monica M. La Ronda, coordinatrice dello studio, ha dichiarato: “Speriamo un giorno di ripristinare la fertilità e la funzione ormonale nelle pazienti che soffrono di effetti collaterali di trattamenti contro il cancro, o che sono nate con ridotta funzione ovarica”.

Continua a leggere su Fidelity News