Negli ultimi anni il diffondersi delle stampanti 3D ha portato un gran numero di innovazioni. Una di queste ultime, ad esempio, nel campo dell’ortopedia medica. Da un progetto dell’Università Bicocca di Milano, in collaborazione con l’Imperial College di Londra, nasce l’osso artificiale biocompatibile e in grado di auto-rigenerarsi. L’obiettivo per cui è stato realizzato questo osso, tramite stampa 3D, è quello di rigenerare il tessuto osseo e cartilagineo, danneggiato da traumi (fratture, scheggiature…) o da malattie. Insomma questo componente artificiale potrebbe essere utilizzato per la oricostruzione del menisco o addirittura per il ripristino della cartilagine nei dischi vertebrali.
L’osso in questione è formato da una componente inorganica a base di silicio (bio-vetro) e una nuova matrice organica di tipologia estremamente variabile mai utilizzata prima. Questi materiali lo rendono resistente alla trazione e alla compressione. La cosa curiosa, svelata dal docente inglese Julian Jones, che riguarda proprio questo nuovo materiale, è che il bio-vetro veniva già utilizzato durante la guerra del Vietnam per guarire le fratture dei veterani.
Laura Cipolla, docente di Chimica organica dell’Università di Milano-Bicocca, ha commentato: “L’idea è quella di utilizzarlo per migliorare la ricostruzione ossea. Potremo stampare in 3d un supporto da inserire proprio dove c’è il danno. Praticamente riempiremo la frattura con un sostegno biocompatibile, che aiuta la guarigione perché con il tempo le cellule naturali possono colonizzarlo e completare il loro naturale processo di rigenerazione“.
Un altro aspetto interessante di questa nuova tecnologia è data dal fatto che i costi sono davvero competitivi rispetto all’adozione di protesi tradizionali, interventi chirurgici o altre tecniche medicali.
I ricercatori però precisano che saranno necessarie ricerche più approfondite prima che questa promettente tecnologia possa essere applicata nell’uomo.
I ricercatori non escludono inoltre che in futuro si possa pensare di utilizzare questo materiale anche in ambito industriale, ad esempio per gli schermi degli smartphone, dei PC o per pellicole protettive e antigraffio per automobili con cui difendere la carrozzeria.