Olaparib per curare il tumore alla prostata

Grazie allo studio di fase III PROfound, presentato in occasione del Congresso europeo di Oncologia clinica (Esmo), l'olaparib potrà essere utilizzato per il trattamento dei tumori alla prostata.

Olaparib per curare il tumore alla prostata

Il tumore alla prostata è una delle neoplasie più comuni tra gli uomini. In Italia si stimano 34.800 nuovi casi l’anno. Le prospettive di vita sono oggi abbastanza confortanti, dal momento che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 92%; tuttavia nei pazienti che hanno recidive, generalmente la malattia si ripresenza in forma più aggressiva.

Sembrano però esserci importanti novità che riguardano questa tipologia di tumore. L’Fda ha infatti da poco approvato l’inibitore di PARP olaparib, sviluppato e commercializzato congiuntamente da AstraZeneca e MSD, per il trattamento di alcuni pazienti affetti da tumore della prostata.

L’approvazione da parte della Fda è stata dettata dai risultati di uno studio, lo studio di fase III PROfound, presentato in occasione del Congresso europeo di Oncologia clinica (Esmo), il quale ha evidenziato che l’olaparib riduce il rischio di progressione o di morte negli uomini con tumore alla prostata metastatico.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno condotto un trial clinico che ha visto la partecipazione di ben 387 uomini che avevano mostrato segnali di progressione del tumore nel corso di un precedente trattamento con farmaci ormonali di nuova generazione (enzalutamide e/o abiraterone) più prednisone. I ricercatori hanno osservato una riduzione del rischio del 51% rispetto ai farmaci antiandrogeni. In media la sopravvivenza dei partecipanti allo studio è stata di 17,5 mesi con olaparib e di 14,3 mesi con enzalutamide e/o abiraterone.

Giuseppe Procopio, uno dei coordinatori dello studio PROfound, ha commentato: “PROfound è il primo studio positivo di fase III a dimostrare una rilevante efficacia clinica dei PARP inibitori sia negli uomini con tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione e BRCA mutato, che in coloro che hanno altre mutazioni dei geni coinvolti nei meccanismi di riparazione del DNA. […] Attraverso l’esecuzione di un test sarà possibile personalizzare le cure e offrire un trattamento con un target molecolare per i pazienti con tumore della prostata avanzato”.

Continua a leggere su Fidelity News