Novità per quanto riguarda gli Ogm. Gli stati dell’Unione europea saranno liberi di decidere se permettere e vietare, in parte o del tutto, la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio. È questo quanto ha stabilito l’accordo politico raggiunto in queste ore dal Consiglio Ue ambiente, che si sta svolgendo a Lussemburgo. Adesso spetterà al Parlamento Europeo dare l’ok definitivo.
Secondo quanto ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, alla presidenza di turno italiano del Consiglio Ue “spetta un compito difficile: quello di definire l’accordo che oggi politicamente troviamo con il Parlamento. Ci sarà su questo il massimo impegno della presidenza italiana”. Il ministro, però, attraverso twitter aveva mostrato il suo parere contrario alla decisione. “A Lussemburgo per consiglio dell’ambiente Ue, ribadisco no Italia a Ogm. Partita da vincere, come quelle di Brasil2014”.
Secondo Galletti, tuttavia, si tratta di “un buon accordo di compromesso. Molti paesi volevano una soluzione meno stringente, altri ne volevano una più stringente, come ad esempio l’Italia. Credo però che il senso di responsabilità e la voglia di venire fuori da una situazione confusa abbia indotto tutti a trovare una sintesi in questo documento. Quello che chiedo a ogni Paese -ha concluso il ministro- è un aiuto per arrivare a concludere questo dossier entro la fine dell’anno. Credo che se riuscissimo a raggiungere questo obiettivo daremmo un segnale molto forte di unità dell’Europa all’interno dei nostri Paesi”.
Decisamente contrari a questa decisione anche Greenpeace e Slow Food, per i quali questa decisione in merito agli Ogm rischia di trasformarsi in una vera trappola per quei paesi che, invece, sono del tutto contrari agli Ogm. “Il testo presentato dalla Grecia dà poche garanzie di reggere in sede legale. Quei Paesi, come l’Italia, che vogliono dire no agli Ogm sarebbero esposti alle ritorsioni legali del settore biotech, fanno sapere le associazioni. Greenpeace e Slow Food sono inoltre preoccupate dal fatto che il testo oggi al vaglio dei ministri darebbe alle aziende biotech un ruolo formale nel processo di messa al bando della coltivazione di Ogm. Questo testo inoltre – continuano – impedisce agli Stati membri di utilizzare le motivazioni legate ai rischi per salute e l’ambiente derivanti da colture Ogm per limitarne la coltivazione a livello nazionale”.
Secondo quanto sancito in queste ore, quindi, i vari Paesi dell’Unione Europea possono vietare la coltivazione di Ogm anche per problemi di carattere ambientale, per evitare problemi circa lo sviluppo di erbe infestanti resistenti agli erbicidi o agli effetti negativi della coltivazione degli Ogm sugli animali o sulle piante. Greenpeace e Slow Food stanno, quindi, chiedendo ai parlamentari Ue, che dovranno dare la seconda lettura di questa decisione di rafforzare la norma sulla ri-nazionalizzazione per garantire quei paesi che vogliono vietare la coltivazione di Ogm.
”In questo contesto – concludono le associazioni – il semestre della Presidenza italiana del Consiglio Ue, che inizierà a luglio, deve essere l’occasione per affermare un ruolo da protagonista del nostro Paese per salvaguardare agricoltura, ambiente ed economia italiana dai pericoli degli Ogm”.