Uno dei farmaci dimagranti più innovativi, la tirzepatide, ha dimostrato di essere non solo estremamente efficace nel ridurre il peso corporeo, ma anche di abbattere quasi completamente il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, condizione metabolica cronica associata a numerose complicazioni gravi. Secondo i risultati di un recente studio, la tirzepatide, commercializzata sotto il nome di Zepbound, ha portato a una perdita media di peso del 22,9% nei pazienti trattati e ha ridotto il rischio di diabete del 94%. Questo studio è il più lungo e approfondito mai condotto su questo farmaco e ha coinvolto pazienti in sovrappeso o obesi con condizioni preesistenti come malattie cardiovascolari, ipertensione, apnea notturna ostruttiva (OSA) o dislipidemia, oltre a pazienti in prediabete, una condizione considerata un precursore del diabete vero e proprio.
I risultati confermano che la tirzepatide non solo aiuta a perdere peso in modo significativo, ma offre anche una protezione quasi totale contro l’insorgenza del diabete di tipo 2. La ricerca, condotta da un team internazionale di scienziati guidati dalla Scuola di Medicina dell’Università di Yale, ha coinvolto oltre mille partecipanti in uno studio multicentrico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, il gold standard della ricerca scientifica. I partecipanti sono stati suddivisi in gruppi e trattati con dosi settimanali di tirzepatide da 5, 10 o 15 milligrammi, o con un placebo. Dopo tre anni, coloro che avevano assunto la dose maggiore del farmaco hanno perso in media il 22,9% del loro peso corporeo, contro il 2,1% di chi aveva ricevuto il placebo.
Le dosi minori hanno comunque mostrato risultati impressionanti, con perdite di peso del 15,4% e del 19,9%. Ma il dato forse più sorprendente riguarda il rischio di diabete: nei pazienti trattati con tirzepatide, questo rischio è stato ridotto del 94%. “L’obesità è una malattia cronica che espone circa 900 milioni di adulti in tutto il mondo a un rischio maggiore di altre complicazioni come il diabete di tipo 2”, ha dichiarato il dottor Jeffrey Emmick, dirigente della casa farmaceutica Eli Lilly, produttrice di Zepbound. “Questi dati rafforzano i potenziali benefici clinici della terapia a lungo termine per le persone che convivono con obesità e prediabete”. L’efficacia della tirzepatide risiede nel suo meccanismo d’azione, che va oltre il semplice controllo del peso.
Come la semaglutide, un altro farmaco noto per il trattamento del diabete e della perdita di peso, la tirzepatide imita gli ormoni incretinici che vengono rilasciati dopo i pasti per indurre sazietà e stimolare il rilascio di insulina. Tuttavia, la tirzepatide si distingue per la sua capacità di attivare non solo il recettore GLP-1, ma anche quello del GIP (Glucose-dependent Insulinotropic Polypeptide), offrendo una doppia azione ormonale che ne potenzia l’efficacia. Nonostante i risultati promettenti, il farmaco non è privo di effetti collaterali, principalmente di tipo gastrointestinale, come nausea, vomito, diarrea e stitichezza.
Inoltre, in alcuni casi, potrebbe causare gravi ipoglicemie, reazioni allergiche severe e problemi renali o gastrointestinali, motivo per cui è fondamentale che sia assunto sotto stretto controllo medico. Studi recenti indicano però che questi farmaci potrebbero anche ridurre il rischio di malattie cardiache e di alcuni tipi di neoplasie. I dettagli completi dello studio sulla tirzepatide saranno presentati alla Obesity Week 2024, un importante evento che si terrà tra il 3 e il 6 novembre a San Antonio, Texas. Questa ricerca potrebbe segnare una svolta nella gestione dell’obesità e del diabete, offrendo nuove speranze a milioni di persone nel mondo.