Nessun rischio per il feto se la mamma si sottopone a chemioterapia

Una recente ricerca belga sembra dimostrare che la chemioterapia, negli ultimi due trimestri di gravidanza, non provoca alcun danno al feto e non ne compromette lo sviluppo cognitivo, cardiologico e fisico

Nessun rischio per il feto se la mamma si sottopone a chemioterapia

Ecco che arriva finalmente una buona notizia, piena di speranza, per le donne in gravidanza colpite purtroppo da tumori maligni, spesso spinte dalla paura a scegliere l’aborto o il parto prematuro.

La notizia in questione riguarda una recente ricerca condotta dagli esperti dell’Università Cattolica di Leuven (in Belgio) e pubblicata sulla nota rivista scientifica “New England Journal of Medicine”. Secondo questa ricerca avvalersi della chemioterapia negli ultimi due trimestri di gravidanza, cioè dal quarto mese in poi, non comporterebbe danno alcuno al feto.

Per arrivare a questa importante conclusione, che sembra cancellare un timore piuttosto diffuso, i ricercatori hanno esaminato 129 bambini (un numero esiguo, ma considerato sufficiente e decisivo dagli esperti) di età compresa tra 1 e 3 anni che sono stati esposti, prima della nascita ovviamente, tramite il corpo materno, ad una terapia antitumorale; 89 (cioè il 69%) di questi a chemioterapia, 4 (cioè il 3,1%) a radioterapie, 7 (cioè il 5,4 %) sia a radioterapia che a chemioterapia, 13 (cioè il 10,1%) ad un’operazione chirurgica, 2 soltanto a medicinali specifici.

I risultati sono stati presentati al Congresso sui Tumori di Vienna da Frederic Amant, ginecologo e oncologo oltre che autore della ricerca, che ha commentato: “Non abbiamo individuato alcuna differenza tra lo sviluppo cognitivo e cardiologico dei bambini nati da madri sotto chemio e altri venuti alla luce da mamme sane. Il risultato ha sorpreso, in quanto sappiamo che le sostanze chemioterapiche sono tossiche e in molti casi attraversano la barriera della placenta”. E ha aggiunto: “I nostri risultati mostrano che la paura è ingiustificata e che la cura delle donne non dovrebbe essere ritardata”.

Inoltre, sempre questa ricerca ha evidenziato che le nascite premature, una delle principali cause di problemi dello sviluppo, sono risultate più frequenti tra i bambini nati da mamme con il cancro, indipendentemente dai trattamenti ricevuti.

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