Muoviti o muori: pigrizia tra le maggiori cause di mortalità

La pigrizia è una delle maggiori cause di mortalità secondo quanto denuncia l'OMS, che spiega poi attraverso il British Medical Journal: "Almeno 150 minuti di esercizio fisico settimanale sono necessari per tenersi in forma"

Muoviti o muori: pigrizia tra le maggiori cause di mortalità

Secondo quanto denuncia l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la pigrizia risulta essere una delle maggiori cause di mortalità nel mondo. Una rivelazione-shock, ma che non giunge in realtà del tutto inaspettata, se si considera come la mancanza di movimento fisico favorisca enormemente l’insorgenza di malattie cardiovascolari, diabete e tumori. A tal punto che è stata addirittura coniata la locuzione “Sindrome della morte per Sedentarietà” dall’Academy of Medical Royal Colleges, mentre la Federazione Medico Sportiva Italiana si era limitata a definire la pigrizia alla stregua di una vera e propria patologia da curare.

Nel British Medical Journal, gli esperti dell’OMS sono arrivati a stimare il numero minimo di minuti da dedicare settimanalmente all’allenamento fisico in 150. Praticamente due ore e mezzo di esercizi, che però non tutti sono in grado di concedersi senza arrivare a trascurare lavoro o interazioni sociali. Riuscire a dividere la torta delle ore settimanali in maniera tale da inserire quei 150 minuti di attività fisica all’interno della propria routine, non sembra essere quindi alla portata di tutti; o quantomeno, per farlo sarebbe necessario sacrificare altre attività che molte persone considerano “irrinunciabili”.

Per questo alcuni studi hanno spostato il focus sui benefici derivanti da un’attività fisica meno intensa, confermando che anche solo un’ora di allenamento settimanale basterebbe a ridurre sensibilmente il rischio di mortalità. Una sorta di “compromesso” che però non è da ritenersi di per sé sufficiente, come spiegato all’interno dello stesso BMJ: “Non proponiamo una marcia indietro dalla quantità di moto raccomandata, ma per chi non ci arriva possiamo tentare traguardi intermedi”. Della serie: “Se non volete farvi del bene, almeno fatevi un po’ meno del male“.

L’obiettivo finale di Gianfranco Beltrami, professore di scienze motore presso l’Università di Parma nonché membro del consiglio direttivo della Federazione Medico Sportiva Italiana, è quello di riuscire ad elevare lo status dello sport a vera e propria “medicina naturale”. Insomma, combattere le patologie iniziando proprio dalla pigrizia che le incentiva. Con i dovuti pro e contro del caso, perché: “Come un farmaco, però, se ne prendiamo troppo poco non fa effetto-ha infatti ammonito Beltramicamminare per dieci minuti di quando in quando, non serve granché. Certo è sempre meglio di niente, soprattutto in presenza di patologie, ma non crogioliamoci nell’idea che sudare sia inutile per ottenere benefici consistenti sulla salute e sulla forma fisica”.

“Il primo passo per chi decide di fare movimento-spiega ancora Gianfranco Beltramiè valutare con una prova da sforzo la propria reale frequenza cardiaca massima, ed il consumo massimo di ossigeno”. Il docente non propone solo corsa ed allenamento aerobico però, bensì promuove un genere di allenamento più ampio, atto a migliorare la qualità della vita sotto ogni aspetto: “Non va bene puntare solo su un’attività aerobica: vanno sempre associati esercizi anaerobici di potenziamento, e lo stretching. Perché per essere davvero in salute, contano anche forza muscolare, flessibilità ed equilibrio”.

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