Malattia di Alzheimer: la causa è l’herpes virus?

Il morbo di Alzheimer è sempre stato considerato la "bestia nera" della neurologia. Ma l'autorevole studio condotto da un gruppo di genetisti statunitensi potrebbe aprire nuovi spiragli.

Malattia di Alzheimer: la causa è l’herpes virus?

Secondo l’Osservatorio delle malattie rare, il morbo di Alzheimer colpisce circa il 5% della popolazione in età senile, e si manifesta con una progressiva perdita della memoria che raggiunge il suo acme con la regressione allo stadio infantile e la totale dipendenza altrui.

La diagnosi della malattia è relativamente semplice in caso di pazienti che presentano disturbi ben conclamati, ma può divenire problematica qualora la sintomatologia non sia completamente dirimente. Le difficoltà sono acuite se si pensa che ad oggi, non esiste un test diagnostico specifico.

Quantunque l’eziologia della malattia sia multifattoriale, un ruolo determinante è assurto dalla degenerazione delle proteine beta-amiloide e tau-fosforilata che si accumulano nel cervello trasformandosi in placche. Tuttavia, un recente studio pare sconfessare quella che è stata definita la causa precipua della malattia. Un gruppo di ricercatori della Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital e della Arizona State University, ha infatti dimostrato una correlazione tra malattia di Alzheimer e la presenza di due virus herpes: HHV-6A e HHV-7.

Lo studio è stato coordinato da Joel Dudley, che assieme ai suoi colleghi ha analizzato dei campioni genetici prelevati post-mortem da un gruppo di soggetti sani e li ha comparati con quelli prelevati da pazienti affetti da Alzheimer. Il risultato è stato sorprendente: la presenza dei virus HHV-6A e HHV-7 nel campione dei pazienti affetti dalla patologia, era esattamente doppia rispetto a quella riscontrata nei soggetti sani. La pervasività di tali virus produrrebbe una risposta immunitaria legata a filo doppio con la genesi della malattia.

I ricercatori, tuttavia, tengono a precisare come tale interazione abbia carattere meramente probabilistico e non sia tipica dell’Alzheimer, potendo concorrere allo sviluppo di altre malattie neurodegenerative (come la paralisi sopranucleare progessiva).

In attesa di ulteriori studi che avvalorino la ricerca statunitense, i risultati raggiunti potranno, nondimeno, contribuire allo sviluppo di una terapia efficace basata sull’impiego di farmaci antivirali.

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