L’uso di dosi elevate di stimolanti è stato associato a deliri e allucinazioni

Le anfetamine (o amfetamine), comunemente prescritte per il trattamento di disturbi come l'ADHD e la narcolessia, oltre a essere utilizzate come sostanze stupefacenti, sono potenti stimolanti del sistema nervoso centrale.

L’uso di dosi elevate di stimolanti è stato associato a deliri e allucinazioni

Ecco il testo riformulato e ampliato:Un team di ricerca statunitense ha scoperto una forte associazione tra l’assunzione di dosi elevate di anfetamine e un rischio significativamente più alto di sviluppare attacchi psicotici, come deliri e allucinazioni. Il rischio di manifestare episodi psicotici risulta essere oltre cinque volte superiore tra coloro che assumono queste sostanze rispetto a chi non lo fa. Le anfetamine, comunemente utilizzate per trattare disturbi come il Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e la narcolessia, sono sostanze stimolanti classificate come stupefacenti in molti paesi, inclusa l’Italia, dove sono inserite nella tabella 1 insieme a sostanze come mordina, eroina, lsd e ketamina, per via del loro elevato rischio di un vizio e dipendenza.

Tuttavia, nonostante questi rischi, le anfetamine hanno un’ampia applicazione medica e sono prescritte anche come anoressizzanti per contrastare l’obesità e come antidepressivi. Sebbene studi precedenti abbiano evidenziato un legame tra l’uso di stimolanti e lo sviluppo di psicosi o episodi maniacali, non era ancora stata indagata in modo approfondito la correlazione con il dosaggio. Il nuovo studio ha messo in luce come l’assunzione di dosi elevate di anfetamine possa avere un effetto significativamente negativo sulla salute mentale, aumentando il rischio di psicosi. A condurre la ricerca è stato un gruppo di scienziati del McLean Hospital di Belmont (Massachusetts), in collaborazione con il Brigham and Women’s Hospital e la Harvard Medical School.

Il team, guidato dalla dottoressa Lauren V. Moran, ha esaminato le cartelle cliniche di migliaia di pazienti tra i 16 e i 35 anni, la fascia di età più colpita dagli episodi psicotici, ricoverati per un primo episodio di psicosi tra il 2005 e il 2019. Sono stati confrontati oltre 1.300 pazienti con psicosi con un gruppo di controllo di 2.700 soggetti ricoverati per altre patologie, come depressione e ansia, per valutare l’effetto delle anfetamine. L’analisi dei dati ha mostrato che coloro che avevano assunto anfetamine (anche su prescrizione medica) nel mese precedente avevano un rischio molto più alto di sviluppare un episodio psicotico.

Il rischio è risultato essere del 63% superiore per coloro che assumevano qualsiasi dosaggio di anfetamina e aumentava fino all’81% per chi assumeva dosi elevate. In particolare, un dosaggio superiore a 30 milligrammi di destroamfetamina è stato associato a un rischio di psicosi 5,3 volte più elevato rispetto ai non utilizzatori. Gli episodi psicotici possono manifestarsi con sintomi come deliri, allucinazioni e linguaggio disorganizzato, portando a una perdita di contatto con la realtà. La dottoressa Moran ha sottolineato come l’assenza di un limite massimo di dosaggio per gli stimolanti nelle etichette dei farmaci renda importante monitorare attentamente i pazienti che li assumono. “Questo è un effetto collaterale raro ma grave che deve essere preso in considerazione quando si prescrivono questi farmaci”, ha dichiarato la scienziata, aggiungendo che i medici dovrebbero valutare altre opzioni terapeutiche meno rischiose, come il metilfenidato, che nello studio non ha mostrato un aumento significativo del rischio di psicosi.

Pur trattandosi di uno studio di associazione che non dimostra un rapporto diretto di causa-effetto, e pur essendo stato condotto su pazienti psichiatrici, i risultati sollevano preoccupazioni sull’uso a lungo termine di anfetamine in dosi elevate. Ulteriori studi, compresi quelli clinici, saranno necessari per comprendere appieno gli effetti di queste sostanze sulla salute mentale. I risultati dello studio, intitolato “Risk of Incident Psychosis and Mania With Prescription Amphetamines”, sono stati pubblicati sulla rivista Psychiatry Online.

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