L’uso del Botox influenza l’intelligenza emotiva?

Per alcuni ricercatori della SISSA Medialab di Trieste, l'utilizzo del Botox per ridurre le rughe facciali potrebbe compromettere la capacità di riconoscere e valutare le emozioni

L’uso del Botox influenza l’intelligenza emotiva?

Quando si parla di Botox, si fa riferimento a un farmaco derivante dalla tossina botulinica di tipo A. Essa è molto tossica a livello alimentare, ma viene utilizzata nel campo della cosmesi per il suo potere miorilassante. Iniezioni di tale sostanza possono in effetti distendere i muscoli facciali (riducendo così le rughe) provocando una leggera paralisi nelle zone interessate.

Alcuni ricercatori della SISSA Medialab (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste si sono soffermati su quest’ultimo aspetto. Il rilassamento muscolare indotto dal Botox indubbiamente ha degli effetti sulla fisionomia della persona che si è sottoposta all’intervento, ma fino a che punto esso può influenzare la vita relazionale ed emotiva?

In un recente studio (J.C. Baumeister, G. Papa, F. Foroni, “Deeper than skin deep-The effect of botulinum toxin-A on emotion processing”, Toxicon 2016), i ricercatori hanno avanzato l’ipotesi che le persone sottoposte a trattamento botulinico abbiano maggiori difficoltà a riconoscere le emozioni altrui. Essa si basa sul concetto psicologico di embodiment:

In sostanza, noi siamo in grado di riconoscere e valutare in modo appropriato le emozioni altrui poiché le riproduciamo noi stessi, in modo più o meno consapevole, sul nostro viso. Se, ad esempio, vediamo una persona sorridere, siamo in grado di empatizzare con le sue emozioni poiché i nostri stessi muscoli reagiscono in modo più o meno speculare.

Tramite le nostre stesse reazioni, quindi, siamo in grado di valutare al meglio le emozioni degli altri e i pensieri (o le parole) che li hanno suscitati. Questa importante capacità, nota anche come “intelligenza emotiva”, è fondamentale nei rapporti interpersonali e ci aiuta a evitare conflitti e incomprensioni.

Le persone trattate con iniezioni di botulino, molto spesso, non sono in grado di svolgere questo importante compito di riconoscimento poiché il loro viso, a causa della paralisi indotta, non è in grado di riprodurre le giuste espressioni osservate sul viso dell’interlocutore. Questo fa sì che il loro cervello non sia in grado di riconoscere la giusta emozione.

I ricercatori sono giunti a questa conclusione sottoponendo a una serie di compiti di riconoscimento due gruppi di individui, rispettivamente trattati o meno con Botox. I risultati hanno confermato l’ipotesi iniziale ma, come si poteva prevedere, non quando si trattava di dover riconoscere un’emozione manifesta (ad esempio, un sorriso aperto). Le persone sottoposte a trattamento botulinico si sono dimostrate molto più in difficoltà quando si trattava di dover riconoscere e valutare espressioni ambigue o volutamente celate.

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