Lo stress è spesso causa di forti disagi fisici, specie per coloro che tendono a somatizzare maggiormente, ma nel caso di chi è affetta da un tumore al seno può rivelarsi particolarmente nocivo. Una ricerca condotta dall’ISS e dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma, in collaborazione con l’Istituto Europeo di Oncologia, finanziata dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Veronesi, ha infatti chiarito come l’eccesso di stress nel lungo periodo, possa determinare una progressione più rapida del carcinoma al seno. Lo studio è stato condotto su 80 pazienti con una diagnosi di tumore al seno.
La ricerca in questione è stata presentata quest’oggi in occasione del corso di un Convegno all’ISS dal titolo “Stile di vita come fattore di rischio nella progressione del tumore al seno”, e suggerirebbe che sia il tumore stesso a creare in qualche modo un ciclo di auto-potenziamento, che andrebbe poi ad incidere sulla stimolazione della sintomatologia depressiva indotta proprio dallo stress. Francesca Cirulli, ricercatrice ISS nonché uno dei responsabili scientifici del progetto, ha dichiarato che “Nonostante vi siano evidenze di un’associazione tra isolamento sociale, stress e cancro al seno, i meccanismi che ne sono alla base non sono ancora stati del tutto spiegati”.
La Cirulli ha poi continuato affermando che: “Sappiamo però che alcuni tipi di stress pisologico prolungato sono responsabili di un’accresciuta infiammazione o di una sovrapproduzione di ormoni dello stress, in grado di favorire la sintomatologia depressiva, la funzione neuroendocrina e di stimolare il sistema immunitario. Evidenza questa che-continua la ricercatrice-oltre ad essere confermata dall’attivazione di marcatori già noti, quali i glucocorticoidi, è avvalorata anche dall’attività di fattori quali il Brain-derived Neurotrophic (BDNF)”.
Insomma, accumulare troppo stress sarebbe un ottimo modo per aiutare il tumore a crescere, riducendo al contempo le possibilità di guarigione. “Individuare marcatori periferici di stress e funzione immunitaria relativi alla progressione del cancro al seno, può consentire di identificare fattori prognostici per lo sviluppo dello stato depressivo in pazienti con tumore alla mammella, durante la terapia farmacologica e nelle fasi successive, per identificare tempestivamente quelle pazienti più+ suscettibili alle conseguenze psicologiche negative dello stress”, ha poi concluso la coordinatrice della ricerca.