Da oggi sarà garantita una maggior attenzione alla salute per i bambini che nasceranno in Italia.Il Parlamento da pochi giorni ha approvato in via definitiva il ddl, presentato da Paola Taverna, senatrice del Movimento 5 Stelle, che estende a 40 gli screening neonatali obbligatori, fondamentali per la diagnosi precoce di malattie metaboliche rare e dunque per una maggiore riuscita delle cure.
In pratica con questa legge si avrebbe un ampliamento del test rapido del sangue dalle tre attuali malattie metaboliche rare ereditarie (ipeotiroidismo congenito, fenilchetonuria e fibrosi cistica) a 40 (tra queste sono comprese acidurie organiche, aminoacidopatie e difetti della β-ossidazione degli acidi grassi). Dunque d’ora in poi dalla stessa goccia di sangue, prelevata dal tallone del neonato tra le 48 e le 72 ore dopo la nascita, potranno essere identificate precocemente 40 patologie genetiche metaboliche.
Il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha commentato: “Lo screening neonatale esteso non rappresenta un costo ma un investimento per la salute”. Piero Aiello (Ncd) ha aggiunto: “Abbiamo reso un buon servizio al Paese. La norma permetterà cura e assistenza precoce a chi nasce con queste malattie rare, permettendo anche di diminuire la spesa in termini di ricoveri e complicanze, che spesso sono conseguenza di una diagnosi in ritardo. È anche motivo di soddisfazione il fatto che sia stata approvata all’unanimità da tutte le forze politiche”.
Inoltre questa legge uniforma finalmente a livello nazionale una situazione che era diversa a seconda delle regioni italiane considerate: prima solo alcune regioni del nostro Paese (tra cui la Toscana) effettuavano screening neonatale esteso obbligatorio, con la conseguenza che solo il 30% (dati 2013) della popolazione poteva beneficiarne.
Le Regioni hanno 6 mesi di tempo per adeguarsi alla nuova normativa.
L’elenco ufficiale delle patologie non è ancora noto e sarà contenuto in un provvedimento che verrà emanato dal ministero della Salute con il contributo dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).