Ecco una recente scoperta che ha contribuito a sfatare il falso mito, piuttosto diffuso, secondo cui ad un cervello di dimensioni maggiori corrisponde una maggiore intelligenza. L’autore di questa credenza è il famoso anatomista dell’Ottocento Friedrich Tiedemann, che ha così influenzato tutte le generazioni successive con questa sua supposizione.
Ora invece uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Vienna, guidati da Jakob Pietschnig, e pubblicato sulla rivista “Neuroscience and Behavioural Reviews” ha dimostrato che a determinare la differenza in termini di una maggiore o minore intelligenza non è la dimensione del cervello ma la sua organizzazione strutturale, ovvero la struttura della corteccia cerebrale, del mesencefalo, del cervelletto e il corretto collegamento neuronale della materia bianca e della materia grigia.
A questa conclusione si è arrivati confrontando, in più di 8000 persone coinvolte in 88 studi differenti, le immagini del cervello ricavate dalla risonanza magnetica (da cui osservare la dimensione del cervello stesso) con i risultati ottenuti attraverso alcuni test di intelligenza. Al termine di questi test i ricercatori non hanno evidenziato alcun legame tra grandezza del cervello e migliori performance.
Ad esempio, gli uomini, sebbene abbiano un cervello più grande delle donne, non hanno mostrato abilità cognitive maggiori, anzi molto spesso le donne più esili sono risultate cognitivamente più abili rispetto ai maschi grandi e grossi. Inoltre, forse per una pura casualità, gli individui che avevano un cervello anormalmente grande si posizionavano sotto la media nei test di intelligenza effettuati.
I ricercatori, utilizzando anche un po’ di ironia, hanno commentato: “Gli uomini hanno costantemente volumi cerebrali superiori rispetto alle donne, ma che non c’è alcuna differenza significativa tra i due sessi quando si tratta di test di intelligenza. Non solo, se fosse vero che l’intelligenza è determinata dal volume del cervello in relazione alla massa corporea il “toporagno” sarebbe l’animale più intelligente del mondo, uomo compreso”.