Molti anni fa, negli anni Sessanta, negli Stati Uniti, l’industria dello zucchero pagò decine di scienziati per portare in silenzio i danni che lo zucchero produce all’apparato cardiocircolatorio e questi stessi scienziati hanno posto l’attenzione verso i grassi saturi. E’ quanto emerge da uno sconvolgente studioso che è stato intrapreso dall’Università della California, specificatamente dalla sede di San Francisco.
La ricerca è stata pubblicata sullo Jama Internal Journal e mette in luce che per più di cinquant’anni la lobby delle industrie dello zucchero ha manipolato i risultati della ricerca di decine di scienziati, dediti alla ricerca dei rapporti tra i problemi e le malattie al cuore e l’alimentazione con eccessi di zucchero.
Decenni di studi fruttuosi in questo campo sono stati perciò cancellati a causa dell’industria statunitense, potente lobby in grado di mettere a silenzio tutti gli scienziati che si occupavano di questi studi. Secondo Stanton Glantz, professore di Medicina ed autore di articoli su Jama, sono state in grado di manipolare tutti gli scienziati per decine di anni, fino a portarli al più assoluto silenzio.
I documenti analizzati riportano che tre scienziati dell’Università di Harvard vennero corrotti con più di 50.000 dollari per ciascuno per oscurare le scoperte derivanti dai loro studi e deviarle sui grassi saturi, ritenuti i veri responsabili delle malattie cardiache. Così, nel corso degli anni, l’alimentazione degli americani ha continuato a basarsi su cibi ricchi di zuccheri, oltre che di grassi, moltiplicando in maniera devastante la platea dei malati al cuore.
I documenti messi sotto osservazione riportano che gli americani sono stati spinti a consumare cibi ricchi di zuccheri e poveri di grassi, aumentando così in maniera esponenziale gli obesi, ma oggi il trend negli USA sta cambiando. L’American Heart Association, associazione americana per il cuore, ha vietato il cibo e le bevande ricchi di zuccheri ai bambini di età inferiore ai due anni, mentre ne consiglia la limitazione fino ai 18 anni di età.