Che una bella spremuta d’arance fresche sia un ottimo modo per iniziare la giornata, sia dal punto di vista della salute fisica, sia sotto il profilo del gusto, era risaputo. Ma una ricerca dell’Università di Reading, Inghilterra, ha recentemente messo in luce quanto il succo d’arancia possa far bene all’organismo, anche al di là di quanto potesse saperne il consumatore medio. Le spremute, non è una novità, sono salutari. Ma in che modo, di preciso? A spiegarlo sono stati i ricercatori dell’ateneo, che hanno stabilito quanto bere succo d’arancia contribuisca a migliorare le funzioni cerebrali, specialmente per gli anziani.
Oltre al loro potere antiossidante, lo studio (che ha coinvolto 37 adulti dall’età media di 67 anni) ha evidenziato un’altra qualità delle spremute: sono in grado di migliorare le funzioni cognitive delle persone “avanti con l’età”. Ai volontari è stato chiesto di bere 500 ml di succo d’arancia quotidianamente, per otto settimane di fila. Il risultato è stato il miglioramento delle funzioni cognitive dell’8%.
I ricercatori dell’università hanno spiegato così i risultati ottenuti: “Migliorare dell’8% le proprie capacità mentali equivale, ad esempio, a ricordare una parola in più rispetto a quelle che di solito tornano alla mente da una lista della spesa di 15 elementi. Questi piccoli miglioramenti, spalmati per un periodo di otto settimane, potrebbero tradursi in sostanziali progressi per tutta la durata della vita. Grazie alla concentrazione di vitamine e zuccheri, la bevanda potrebbe svolgere un ruolo importante nel fornire i nutrienti necessari a mantenere in salute il cervello”.
Le spremute sarebbero insomma un toccasana non solo per i ragazzi, ma anche-e soprattutto-per le presone anziane. Come afferma lo stesso Danuiel Lamport, co-autore della ricerca in questione: “La popolazione sta invecchiando rapidamente in tutto il mondo, e le stime suggeriscono che il numero di persone di 60 anni potrebbe triplicare entro il 2100. E’ quindi indispensabile che esploriamo modi convenienti e semplici per migliorare la funzione cognitiva in età avanzata”.