Le radiazioni degli smartphone incrementano i rischi di aborti spontanei

Smartphone e dispositivi elettronici ancora una volta sotto accusa, questa volta per via delle loro radiazioni non ionizzanti. Stando ai risultati di un recente studio, queste ultime aumenterebbero il rischio di aborto spontaneo.

Le radiazioni degli smartphone incrementano i rischi di aborti spontanei

Secondo quanto apparso su Scientific Reports, le radiazioni emesse dagli smartphone e dai dispositivi Bluetooth potrebbero mettere in serio pericolo la salute del feto. A finire sotto la lente sarebbero le radiazioni non ionizzanti, ritenute in grado di poter aumentare i rischi di aborto spontaneo.
Già in passato erano stati sollevati diversi dubbi legati all’utilizzo degli smartphone. In alcuni casi si era trattato di veri e propri allarmi.

Approfondite ricerche li avevano indicati come responsabili dell’alterazione dell’umore. Non solo, a risentirne sarebbero stati anche i ritmi circadiani, in altre parole il nostro orologio biologico. Si era altresì giunti alla conclusione che tali mutazioni avrebbero anche potuto portare al suicidio non pochi adolescenti.
Ora un nuovo studio punta il dito contro tutti i dispositivi con tecnologia Bluetooth.

A finire sotto accusa sono le radiazioni non ionizzanti, capaci di generare dei campi magnetici assai pericolosi per la salute. In particolare sarebbero in grado di aumentare i casi di aborti spontanei.

Per arrivare a formulare tale conclusione è stato preso come riferimento un campione di 913 donne in stato interessante, tutte di età non inferiore ai 18 anni. A ciascuna è stato chiesto di indossare un congegno atto a monitorare i campi magnetici. Si è così scoperto che le pazienti esposte ad elevati campi elettromagnetici avevano un maggior rischio di abortire rispetto a coloro che non avevano subito un simile “trattamento”. Nello specifico il rischio era di 2,72 volte maggiore, in altre parole quasi triplicato.

De-Kun Li, epidemiologo riproduttivo e perinatale presso la clinica statunitense del Kaiser Permanente, ha però voluto gettare acqua sul fuoco, sottolineando che “l’evidenza di rischi per la salute per gli esseri umani da radiazioni non ionizzanti rimane limitata”. Ad ogni modo i risultati ottenuti non possono che stimolare ulteriormente la ricerca. Quest’ultima sarà inevitabilmente chiamata ad approfondire quali siano i reali rischi delle radiazioni non ionizzanti sulla nostra salute.

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