La ricerca “Adolescenza, alimenti per crescere”, realizzata in da Coop, Sima (Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza) e dall’Associazione “Laboratorio Adolescenza”, volta ad analizzare le abitudini alimentari degli adolescenti italiani, ha evidenziato come la maggior parte degli adolescenti in Italia conosca la teoria (cosa è bene mangiare e cosa è dannoso per la salute) ma faccia fatica a rispettare tali regole nella pratica, considerato che la loro alimentazione è piuttosto monocromatica e priva di variazioni.
La ricerca in questione è stata presentata venerdì 18 settembre ad Expo in occasione della giornata “Il cibo della mente”. I dati raccolti durante questa ricerca, che ha coinvolto ben 2.153 studenti frequentati la terza media, ci dicono infatti che il 70-80% dei ragazzi è a conoscenza della presenza prevalente di vitamine o carboidrati o proteine nei vari alimenti.
L’alimento più conosciuto in assoluto è la frutta, che viene consumato a pranzo e a cena dal 50% degli intervistati; l’alimento meno conosciuto sono invece i legumi, seguiti dal pesce (quest’ultimo viene consumato abitualmente solo dal 7,3%). Solo il 32% dei ragazzi in esame rispetta la regola dei 5 pasti al giorno (basti pensare che in pochissimi si concedono una merenda a metà mattina o durante il pomeriggio).
Quotidianamente la pasta e il pane vengono consumati dal 69,6% degli appartenenti al campione, le verdure solo dal 40% ed il 64% dei ragazzi consuma l’acqua minerale naturale (al secondo posto: l’acqua del rubinetto); circa il 25% di loro ha già seguito una dieta, però solo 1/3 di questi ha seguito le indicazioni di un medico dietologo.
Nel panorama delle cucine internazionali, la cucina cinese è la più amata, seguita da quella mediorientale, quella giapponese e quella indiana; tra i cibi preferiti patatine, pizza, dolci e bevande gassate (sempre più spesso consumati fuori dai pasti).
Infine, si è scoperto che i bambini con uno o due genitori stranieri mangiano meglio di quelli con entrambi i genitori italiani, di conseguenza rischiano meno malattie una volta diventati adulti, come ad esempio il diabete.