Lazio, vaccino per l’HPV gratuito per gli omosessuali

L'HPV è il principale responsabile di molte infezioni sessualmente trasmesse e di neoplasie genitali ed extragenitali, rappresentando un rischio significativo per la salute pubblica.

Lazio, vaccino per l’HPV gratuito per gli omosessuali

In una tranquilla giornata presso la Asl Roma 2, situata in largo Telese, un’infermiera pone una domanda che potrebbe sembrare sconcertante a prima vista: “Sei sicuro di essere omosessuale?“. La questione, benché possa apparire inappropriata, nasconde un’opportunità significativa: l’accesso gratuito alla vaccinazione contro l’HPV, il Papilloma Virus, un gruppo di oltre 120 agenti virali responsabili della più comune infezione sessualmente trasmessa nei paesi sviluppati.

Nella Regione Lazio, infatti, la vaccinazione anti-HPV è offerta gratuitamente non solo agli under 25, ma anche a “donne con lesioni pre-cancerose e soggetti a rischio per determinati comportamenti o condizioni“, tra cui uomini che hanno rapporti con altri uomini, persone immunocompromesse e individui con infezione da HIV. Questa politica, tuttavia, lascia fuori molti gruppi, inclusi la maggior parte delle donne adulte, uomini eterosessuali e, come specificato, i transgender che non intrattengono rapporti sessuali con uomini.

La discriminazione implicita in questa politica sanitaria solleva questioni etiche rilevanti. Se da un lato è comprensibile voler proteggere le categorie più a rischio, dall’altro è inevitabile interrogarsi sull’equità di un sistema che esclude altri potenzialmente vulnerabili basandosi su criteri che potrebbero incentivare dichiarazioni non veritiere, vista l’impossibilità per il personale sanitario di verificare le abitudini sessuali degli individui.

L’HPV non discrimina: colpisce uomini e donne indistintamente, rappresentando una minaccia maggiore per le donne, che sono più suscettibili a sviluppare sintomi e tumori legati al virus, inclusi quelli genitali ed extragenitali. È significativo notare che l’HPV è l’unica infezione sessualmente trasmessa riconosciuta come causa necessaria per l’insorgenza di neoplasie della cervice uterina, responsabile di quasi tremila nuovi casi di neoplasie all’anno e del 2% di tutte le neoplasie femminili.

In questo contesto, la decisione della Regione Lazio di limitare l’accesso gratuito alla vaccinazione anti-HPV solleva interrogativi sul modo in cui vengono identificate le categorie a rischio e, di conseguenza, sulla possibile esclusione di altri gruppi che potrebbero beneficiare della vaccinazione. Mentre le politiche sanitarie dovrebbero mirare a proteggere la salute pubblica nel modo più inclusivo possibile, la situazione attuale evidenzia la necessità di un dibattito più ampio sull’equità e sull’accessibilità delle cure preventive.

Continua a leggere su Fidelity News