L’aspirina riduce l’insorgenza del tumore gastrico

L’aspirina, farmaco antinfiammatorio per eccellenza, è un valido alleato nella prevenzione dei tumori dell’apparato digerente. A tale conclusione si è giunti grazie ad uno studio che ha coinvolto 600.000 persone.

L’aspirina riduce l’insorgenza del tumore gastrico

Quello che si è appena concluso a Barcellona è stato uno dei congressi più significativi della United European Gastroenterology. L’argomento che ha suscitato maggiore interesse è stato senza dubbio legato all’aspirina. Il farmaco antinfiammatorio steroideo (FANS) per eccellenza è stato lodato per le sue capacità di prevenzione nella lotta ai tumori. In particolar modo è risultato molto efficace nel contrastare l’insorgere dei tumori dell’apparato digerente.

A supporto di questa conclusione sono stati forniti i dati di uno studio condotto su un campione di 600.000 persone. Tra coloro che utilizzavano da lungo tempo il farmaco, si è registrata una netta diminuzione dell’incidenza di neoplasie del tratto digerente. Nello specifico il massimo beneficio è stato rilevato nel caso del tumore al fegato e all’esofago (-47%), seguiti dal tumore gastrico (-38%), al pancreas (-34%) e al colon retto (-24%).

I ricercatori capeggiati da Kelvin Tsoi dell’Università di Hong Kong hanno comparato i dati di chi assumeva regolarmente l’aspirina da almeno sei mesi con coloro che invece non ne facevano alcun uso. Da qui si è scoperto che l’acido acetilsalicilico offriva un ampio effetto protettivo anche nel caso di leucemie, tumori del polmone, prostata, seno e vescica. In questi casi l’incidenza positiva risultava ancora una volta confermata, seppur in misura ridotta rispetto ai tumori del sistema digerente.

Giordano Beretta, responsabile dell’Oncologia Medica di Humanitas Gavazzeni di Bergamo, ha comunque ricordato che “la possibilità che l’assunzione prolungata dei farmaci antinfiammatori non steroidei come l’aspirina, riduca l’incidenza dei tumori gastrici è nota da tempo”. In altre parole siamo ancora molto lontani dal poter cantar vittoria. Va infatti sottolineato che le popolazioni orientalipossono avere una risposta ai farmaci completamente diversa da quella degli occidentali, perché diversa è l’attività enzimatica”.

Al di là di queste doverose considerazioni, diventa necessario approfondire quello che è l’esito della ricerca. In primo luogo bisognerà comprendere quale sia il rapporto tra rischi e benefici legati all’assunzione di questo farmaco. Ma oltre agli effetti collaterali, sarà opportuno capire anche quale sarà la dose ottimale da dover somministrare per aumentare al massimo la capacità antitumorale dell’aspirina.

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