Lasciare piangere i neonati fa male alla loro salute. Ecco perché

L'opinione collettiva crede erroneamente che lasciar piangere il proprio neonato possa essere una tecnica educativa efficace ed innocua. I pianti inascoltati, invece, sono decisamente dannosi per la salute dei bambini. Ecco spiegato il perché.

Lasciare piangere i neonati fa male alla loro salute. Ecco perché

Quando un neonato in lacrime, piangente e singhiozzante, viene ignorato e i genitori decidono di non ascoltarne il pianto, il messaggio non verbale che perviene al lattante è automaticamente il seguente: “Piangi, piangi… Non verrà nessuno in tuo aiuto”.
Per molti bimbi ancora in fasce, i momenti connessi al suo riposino sono spesso causa di notevole stress, poiché i loro genitori decidono con nonchalance di ignorarne il pianto e le eventuali richieste affettive. Tale tipologia di genitori crede di insegnare loro una certa autonomia del sonno e sono convinti che “qualche lacrima” non sia poi così deleteria per la loro salute.

Contrariamente alla loro convinzione, per un neonato di pochi mesi quelle lacrime altro non sono che una richiesta di aiuto, campanello d’allarme per comunicare che qualcosa non va. Piangere è l’unico linguaggio verbale nelle facoltà di un bebè. Per cui, ignorare la voce del proprio figlio può soltanto indurre il neonato stesso ad alzare ulteriormente il suo grado di stress, con plausibili conseguenze manifestabili in età adulta.

Nella fattispecie, la sofferenza del neonato singhiozzante può causargli un innalzamento del livello degli ormoni dello stress, il quale potrebbe provocare possibili ripercussioni sul suo sistema nervoso centrale. Le conseguenze negative potrebbero essere svariate e di differenti entità, fino ad arrivare ad incidere persino sulla crescita del bambino e/o palesarsi in età adulta. Problemi affettivi, crisi di panico e sintomi della depressione sono soltanto alcuni degli ipotetici problemi legati alla carenza di ascolto e di affetto da parte dei genitori.

Le giustificazioni più diffuse tra le mamme che lasciano strillare il proprio bebè sono le seguenti: “Fa solo i capricci, non ha nulla. Imparerà a calmarsi da solo” oppure “Qualche lacrima non può certo fargli male”. Per tantissimi genitori, difatti, lasciar singhiozzare il proprio pargolo rappresenta una tecnica educativa volta ad insegnargli a calmarsi autonomamente e a ritrovare il sonno in maniera progressiva e lenta.

Tale metodo, seppur discutibile, è stato definito ‘risposta ritardata‘ dal pediatra e neurologo di Boston Richard Ferber. Questa tecnica prevede di ignorare il proprio figlio per lassi di tempo man mano sempre più lunghi, sino a quando il bebè non avrà imparato a rassegnarsi e ad addormentarsi rapidamente nella sua solitudine.

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