L’AIDS sarà presto sconfitta con una nuova terapia del “taglia e incolla” del Dna

Una nuova tecnica che agisce sul Dna utilizzando il principio del “taglia e incolla”, ha permesso di sconfiggere definitivamente il virus dell’Aids in alcuni animali infetti. A breve ci si aspetta di poter raggiungere medesimi risultati anche sull’uomo.

L’AIDS sarà presto sconfitta con una nuova terapia del “taglia e incolla” del Dna

Da decenni la comunità scientifica è alla spasmodica ricerca di una cura contro l’AIDS. Negli ultimi anni sono stati compiuti considerevoli passi in avanti, ma l’ultima terapia frutto di uno studio condotto da Kamel Khalili della Temple University a Philapelphia e dalla University of Nebraska Medical Center, sembra essere arrivata molto vicina alla soluzione del dilemma.

Non è quindi un caso che gli autori di questi studio, tra cui figurano anche gli italiani Pietro Mancuso, Pasquale Ferrante e Martina Donadoni, hanno descritto la tecnica messa a punto come rivoluzionaria. La terapia i cui dettagli sono stati pubblicati e descritti su Nature Communications, segna un passo storico nella lotta contro uno dei mali più temuti dalla società moderna.

Se fino ad oggi gli effetti della malattia si potevano circoscrivere con dei farmaci, la nuova tecnica ha permesso di agire su una delle caratteristiche salienti del virus, capace di integrare il suo genoma all’interno della cellula da lui aggredita. Questo processo permette in ogni caso di farlo sopravvivere, in quanto capace di replicarsi con la cellula da lui stesso colonizzata.

Per bloccare la cellula malata, privandola della carica infetta, la soluzione è quella di somministrare in primo luogo dei farmaci antiretrovirali. Questa tecnica chiamata Laser art, blocca la proliferazione del virus e spiana la strada alla seconda fase in cui si fa uso di forbici molecolari denominate Crispr-Cas9. Queste ultime permettono di estirpare la componente indesiderata che si è radicata nella cellula malata, avvalendosi di quella che può essere definita un’operazione genetica di “taglia e incolla”. Le prove in laboratorio hanno dato esiti incoraggianti: tra i 13 roditori utilizzati come cavia, ben 5 non hanno mostrato segni di infezione nelle 5 settimane successive al trattamento.

Come ribadito dagli studiosi che hanno seguito passo dopo passo le fasi di questa ricerca, un risultato del genere non sarebbe stato possibile senza la stretta collaborazione tra diverse categorie di professionisti come immunologi, biologi, farmacologi e virologi. Questi ultimi sono altresì convinti che il principio possa funzionare anche sull’uomo, da qui sperano già nel corso dell’anno di poter iniziare la relativa sperimentazione, non appena si avrà il via libera dalla Food and Drug Administration.

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